Seconde a nessuno
La felicità è un attimo, si dice. Sarà vero? Di sicuro, nel mondo del ciclismo c’è qualcosa che per almeno un anno ti ricorda la famosa frase di Kurt Vonnegut: "quando siete felici, fateci caso"
La felicità è un attimo, si dice. Sarà vero? Di sicuro, nel mondo del ciclismo c’è qualcosa che per almeno un anno ti ricorda la famosa frase di Kurt Vonnegut, e cioè «quando siete felici, fateci caso». È la maglia tricolore di campione d’Italia W2, che va indossata fino all’edizione successiva da chi la vince. Come Gabriela Cristea, che è tornata da Gioia Sannitica con la maglia di campionessa italiana Mediofondo conquistata al termine di una gara molto dura, con 106,5 chilometri da coprire, 2050 metri di dislivello da superare e un caldo torrido da battere. La felicità è arrivata a sorpresa, perché mentre si preparava a salire sul secondo gradino del podio, Gabriela ha scoperto che, essendo la prima classificata un’atleta non tesserata F.C.I., la maglia tricolore era sua. «Un’emozione fortissima», ci racconta il giorno dopo, mentre sta iniziando ad assaporare la felicità.
Dopo una pedalata di scarico, naturalmente. «Sto realizzando piano piano ciò che è successo, ho provato e sto provando tantissime emozioni, che devo imparare a gestire perché non me l’aspettavo. Oltre che per la maglia, sono soddisfatta in generale per la gara che ho fatto, credo sia stata la mia migliore. È andato tutto come doveva andare, l’ho finita senza avere nulla da rimproverarmi. Temevo la discesa, ma è andato tutto bene, non ho avuto neanche un momento di crisi». Poi, mentre si stava già pensando «Peccato, ci riproveremo», ecco la sorpresa: «Ero incredula e un po’ lo sono ancora». Una felicità improvvisa, ma costruita. «La preparazione è stata molto sofferta. A novembre sono stata male, poi ho ricominciato e quando mi sentivo al top è arrivata la febbre che mi ha fermato un’altra volta. Ad Anagni stavo molto male. Poi è passato un altro mese ma ce l’abbiamo fatta». Parla al plurale, Gabriela, perché condivide sempre tutto con Luca Bufarini, compagno e atleta giallorosso. «Ha pianificato ogni allenamento in ogni singolo dettaglio e stavolta l’ho fatto faticare». I maschietti che accompagnano le ragazze spesso dicono che non faticano: stavolta no. «Era molto stanco, sì, l’ho fatto faticare. Dietro ai miei risultati c’è sempre lui e c’è la Roma. Vincere in giallorosso questa maglia tricolore è una emozione che ricorderò a lungo. Un sogno che si realizza. Articoli, complimenti, il messaggio del presidente: tutto bellissimo».
Gli altri risultati
Un successo di squadra, perché le cicliste giallorosse hanno occupato più di un podio. Romina D’Angelis ha conquistato il secondo posto nella categoria W1: non si poteva fare di più. «Quest’anno - ci racconta - a causa di problemi di lavoro ho meno tempo per allenarmi, di solito esco la mattina alle 6 o in pausa pranzo, ma più di un’ora e mezza o due non riesco a fare. Non ho resistenza ed è una cosa che non s’inventa. Sono stata a lungo con la prima di categoria, poi dopo una lunga salita fatta insieme ho perso terreno e non l’ho più recuperato anche a causa di una crisi energetica. Per via del caldo non ho mangiato e l’ho pagata. Peccato perché potevo giocarmela, lei non era più forte di me, ma quest’anno va così. Sono comunque molto contenta della vittoria di Gabriela e della bella prova di tutte noi».
Secondo posto anche per Serena Polidori, categoria EWS, sorridente e soddisfatta: «Ci ho creduto fino alla fine, sono stata insieme alla vincitrice della mia categoria fino agli ultimi chilometri, ma poi lei in salita ne aveva di più. Ce l’ho messa tutta, ho trovato una buona giornata, le gambe c’erano e credo che la mia sia stata una buona prestazione. Il tutto è avvenuto su un bel percorso sia dal punto di vista tecnico sia per quanto riguarda i panorami e con una organizzazione perfetta. Mi sono proprio divertita e goduta un’ottima giornata, anche grazie ai risultati di tutte le mie compagne, siamo un gruppo che va molto forte. E spero di andare ancora forte, finora è andato tutto secondo le mie aspettative, non ho avuto cali e conto di migliorare molto già dal campionato europeo del 17 luglio e nelle gare di settembre».
Oggi il morale comunque è alto. Anche per Carmelina Esposito, terza nella categoria W3. «Sono molto soddisfatta - racconta - perché non sono una scalatrice e quando ci sono percorsi con salite è sempre tutto di guadagnato. È stata una gara impegnativa, con un caldo torrido, ma ottimamente organizzata. Tante volte si parla male del Sud, delle persone, invece ho trovato educazione e rispetto per noi che non ho trovato altrove, magari su strade più prestigiose e di nome. Sono rimasta molto contenta per la maglia di Gabriela Cristea, è un bene per tutta la società e per tutto l’ambiente. Ognuna di noi ha cercato di dare il massimo per prendere quella maglia e dobbiamo essere tutte orgogliose perché andiamo a pane e acqua. Ciò che otteniamo ce lo sudiamo ed è per questo che è come se avessimo vinto tutte. La vincitrice assoluta è della mia categoria, W3, una cosa che non succede mai. Credo nell’impegno, non nei supereroi, per questo sono contenta per tutti noi, per il presidente che fa tantissimo, per Nazzareno Asci che ci sprona e crea l’ambiente ideale per tutti. Prima divertiamoci, poi pensiamo al risultato, ci dice. E ha ragione. Abbiamo una società che ci mette nella condizione di partecipare a queste gare importanti, non ci rimprovera se non arrivano i risultati. La stagione continua e sarà un onore portare la maglia della Roma in competizioni importanti». E tra le maglie della Roma ce n’è una tricolore. Fateci caso, come fate caso alla felicità.
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