Pedro: "Porto sempre rispetto per Mourinho. Roma? Non so perché sono stato mandato via"
L'esterno biancoceleste: "Conosco bene Mou, le sue parole su di me le ho prese con fair-play. Ho colto subito l'opportunità di giocare in un club storico come la Lazio"
Fu uno dei rari casi di calciatori passati dalla Roma alla Lazio. Nell'estate 2021 Pedro decise di lasciare il club giallorosso per approdare alla corte di Maurizio Sarri e in un'intervista rilasciata ai microfoni di Sportitalia, l'esterno spagnolo ha raccontato la sua passata esperienza a Trigoria e il suo rapporto con José Mourinho. Di seguito le sue dichiarazioni.
Al Chelsea incontri Mourinho. Come ti sei trovato con lui?
"Bene, bene. Un allenatore che ho sempre rispettato. È un tecnico forte che ha vinto tantissimi trofei in carriera. Poi l’ho trovato al Chelsea, mi ha dato l’opportunità di giocare in una bellissima squadra, pure di vincere tanti trofei al Chelsea e per questo lo ringrazio".
Dopo il derby, finito 0-0, Mourinho dice: “Un grande giocatore, però potrebbe anche fare il nuotatore”. È la tua prossima carriera?
"Sì, sì. Quello mi fa ridere. Perché sappiamo tutti com’è Mou, l’ha fatto anche in passato. Dice una cosa, ne dice un’altra. Mi ricordo quando abbiamo vinto contro il suo Real Madrid disse altre cose, quando abbiamo battuto il suo United 4-0 (ero al Chelsea), ne ha dette altre ancora. L’anno scorso, nei derby di Roma, ne ha dette altre ancora. È sempre così, quando non parla dell’arbitro parla del calendario, di un giocatore che si butta a terra. Lo conosco molto bene, è un uomo molto divertente. L’ho presa con molto fair play perché so che utilizza le parole per stemperare la grande tensione del derby. Lo conosco molto bene, avendolo avuto da allenatore".
Nel 2020 lasci il Chelsea per trasferirti alla Roma a parametro zero. Cosa non funziona in quell’anno? Pedro fa gol in un derby tra virgolette inutile, hai avuto qualche contrattempo fisico, non ti sei ambientato benissimo. Perché non funziona la storia d’amore tra Pedro e la Roma?
"Eh non lo so, è una sensazione strana che non avevo mai avuto in carriera. E’ chiaro che quando vai a giocare in un nuovo Paese e in un nuovo campionato, può succedere che inizialmente l’adattamento a spogliatoio, compagni, città e squadra sia difficile. L’allenatore voleva giocare con il 4-3-3, invece giocavamo con il 5-3-2 o con il 5-2-3 con Fonseca. Mi chiedeva tante cose non nelle mie caratteristiche, come arretrare il raggio d’azione per prendere il pallone. Non era nelle mie corde, ma non è una scusa perché, lo dico sempre, i giocatori importanti devono fare tutto. Sicuramente non è andata bene, ma non so per quale motivo poi sono stato mandato via. Sono cose che succedono".
Sei diplomatico come quando giochi. Una serpentina e un dribbling e mi hai spiegato perché non è andata bene. Nell’estate 2021 tirammo fuori la notizia incredibile: “Pedro dalla Roma alla Lazio”. Quanto tempo prima l’hai saputo?
"La storia è nata in conferenza stampa, perché ha detto che io ero fuori rosa. Così tante squadre hanno iniziato a chiamare, una di queste era la Lazio. Sarri in persona mi chiese: "Che succede? Ho visto che stai fuori rosa e che hai un problema con il club". Io gli risposi che non sapevo il motivo di questa decisione del club e che mi stavo allenando con la Primavera. Mai ne avevamo parlato. Voleva capire cosa fosse successo perché, conoscendomi molto bene, sa che mi alleno sempre al massimo. Sono un professionista in questo. Per me è stato difficile affrontarlo. Quando ho visto la realtà ho iniziato a pensare a come comportarmi, parlando diverse volte con il club. Con Mourinho non ho parlato. Volevo parlare con la società, ma mi hanno detto che non era possibile".
Quando ti chiama la Lazio decidi in 10 minuti.
"Dopo tre settimane, il mercato stava chiudendo, parlai con Sarri che mi disse: "Vieni qua che c’è posto per te". Io avevo già lavorato con lui e ho colto l’opportunità di giocare in una squadra storica".
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