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Matteo Ricci e Toloi: i due ex giallorossi al debutto con l'Italia

Il difensore: «Le pratiche per la cittadinanza iniziate nel 2009». Il centrocampista: «Tifo Roma da sempre, che bei ricordi con Luis Enrique»

PUBBLICATO DA Francesco Oddi
24 Marzo 2021 - 18:36

Seguono una liturgia ben precisa i raduni della Nazionale a Coverciano: domenica sera il raduno, lunedì la prima conferenza è quella dell'allenatore, quella del martedì è riservata ai debuttanti, che nella gestione di Roberto Mancini non mancano mai. Sarebbero tre, perché c'è anche Daniele De Rossi, appena entrato nello staff dell'amico, che lo corteggiava da tempo, ma l'ex capitano della Roma lavora dietro le quinte, e così a parlare sono stati solamente i due calciatori che non avevano vestito la maglia della Nazionale, due che con DDR avevano lavorato sul campo già a Trigoria, il centrocampista dello Spezia Matteo Ricci, alla Roma dagli Esordienti fino alla prima squadra, e il difensore dell'Atalanta Rafael Toloi, portato alla Roma da Walter Sabatini il 31 gennaio 2014, prestito con un diritto di riscatto mai esercitato. Veniva dal San Paolo, aveva il passaporto italiano e una medaglia d'argento al Mondiale U20, con il Brasile. Con la Seleçao dei grandi non ha mai giocato, aveva dato da tempo la sua disponibilità alla Federcalcio, il mese scorso la Fifa ha dato il placet. «Le pratiche le avevo iniziate già nel 2009, non certo due mesi fa. Quando è arrivata la convocazione i miei parenti sono stati tutti felici per me: la nazionale brasiliana non mi ha mai contattato. Alla Roma sono rimasto solamente sei mesi, e ho giocato poco, ma è stata un'esperienza importante perché mi ha permesso di farmi conoscere. E così l'Atalanta ha cominciato a seguirmi. Con Gasperini ho cominciato a uscire dalla difesa per pressare alto e propormi in fase di costruzione. Qui in Nazionale il gioco è un po' diverso ma imparerò: sto studiando dai difensori più bravi del mondo».

Cinque presenze con la Roma per Toloi, neanche una per Matteo Ricci, dopo tutta la trafila giovanile. Ma le cose sarebbero potute andare diversamente se Luis Enrique, che lo aveva portato due volte in panchina in Serie A quando aveva 18 anni, e non era titolare neanche in Primavera, fosse rimasto più di un anno. «E a quei tempi in panchina si andava in 7, non in 12 come ora. Mi ricordo quando andavo in palestra, perché mi sono sempre sentito piccolo, e lui mi diceva: "Matteo, non devi rinforzarti le spalle ma la testa. I muscoli non sono così importanti". Era in anticipo sui tempi, mi ha aiutato tanto. Tifo Roma da quando sono bambino, ma ora penso solamente alla salvezza dello Spezia». Oggi, dopo la quarantena, arriveranno in ritiro gli interisti Sensi, Bastoni e Barella, alle 20.45, allo Stadio Ennio Tardini di Parma, l'Italia debutterà nelle qualificazioni a Qatar 2022 contro l'Irlanda del Nord.

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