Stop ai contratti faraonici: la Cina taglia gli stipendi ai calciatori
In seguito alla crisi economica derivante dal Coronavirus i calciatori stranieri non potranno guadagnare più di 3 milioni di euro lordi annui
La Cina corre ai ripari per salvare il massimo campionato calcistico nazionale, la Chinese Super League, dopo la crisi economica derivante dal Coronavirus. La Federcalcio cinese ha deciso di stringere ancor di più le regole relative agli stipendi dei calciatori, divenuti ormai insostenibili per le società. Il provvedimento, che entrerà in vigore nel 2021 e sarà valido fino al 2023, prevede una riduzione del compenso lordo percepibile dai giocatori: il tetto è stato fissato a 5 milioni di yuan (630 mila euro circa) per gli sportivi cinesie a 3 milioni di euro lordi per i calciatori stranieri. Il precedente regolamento, entrato in vigore lo scorso anno, è stato ulteriormente inasprito, in quanto fissava a 10 milioni di yuan gli stipendi dei locali e a 3 milioni di euro netti gli ingaggi percepibili dagli stranieri. Le società saranno inoltre obbligate a sostenere una spesa massima di 600 milioni di yuan (75 milioni di euro). L'ultima misura presa dalla Chinese Football Association riguarda i nomi e i loghi societari:i nomi non dovranno contenere riferimenti aziendali al contrario di quanto avviene oggi e, oltre a dovere essere composti solo da caratteri cinesi, i loghi dovranno mostrare soltanto la divisione amministrativa e il nome del club.
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