Mondiali: la principessa del Giappone in Russia dopo più di 100 anni
Hisako Takamado era in tribuna durante le partite contro Colombia e Senegal. È la prima visita di un membro della famiglia imperiale giapponese in Russia dal 1916
Molti hanno osservato con stupore le esultanze composte della principessa giapponese Hisako Takamado, patrona onoraria della federcalcio nipponica, durante le partite dei Samurai Blù contro Colombia e Senegal. La presenza della principessa, però, ha un significato molto importante nel mondo delle relazioni diplomatiche, poiché è la prima visita di un membro della famiglia imperiale giapponese in Russia dal 1916, quando il principe Kotohito Kanyin si recò dallo Zar durante la prima guerra mondiale.
Relazioni complesse, quelle tra il paese del Sol Levante e la Russia.
I primi contatti diplomatici tra Russia e Giappone risalgono al 1855, quando il Trattato di Shimoda stabilì la divisione del controllo dell'isola di Sachalin e delle Curili. Nel 1875, con il Trattato di San Pietroburgo, il Giappone ottenne il totale controllo sulle Curili, in cambio dell'isola di Sachalin le due nazioni si accordano pacificamente per una rinuncia dell'Impero russo alle Curili in cambio della sovranità totale sull'isola di Sachalin.
Il primo grande scontro si ebbe con la guerra russo-giapponese, che si concluse con la sconfitta russa del 27 maggio 1905, nella battaglia di Tsushima. La Russia era nettamente più forte del Giappone, ma l'aver voluto circumnavigare l'Europa e l'Africa (la flotta impiegò 10 mesi per arrivare nei pressi del Giappone) per dimostrare la propria potenza causò danni ingenti sia alle navi sia agli equipaggi, che vennero sconfitti nell'arco di poche ore. Dopo le sconfitte in Manciuria e questa debacle di Tsushima, lo Zar si convinse e decise di risolvere il conflitto, firmando un trattato di pace. Con il Trattato di Portsmouth (negli Stati Uniti), la Russia riconosceva l'influenza giapponese sulla Corea, il totale controllo del Giappone sulle isole Curili e sulla parte meridionale dell'isola di Sachalin.
Il 13 aprile 1941 l'Unione Sovietica, che dalla sua instaurazione aveva avuto rapporti conflittuali con l'Impero del Giappone, firmò il Patto Nippo-Sovietico di Non Aggressione, ma lo violò l'8 agosto 1945, approfittando degli attacchi nucleari del 6 e del 9 agosto su Hiroshima e Nagasaki. Questo comportò, da parte dei giapponesi, il rifiuto (protrattosi fino ai giorni nostri) di firmare un accordo di pace con la Russia.
Da 73 anni, quindi, si prolunga una disputa irrisolta tra i due paesi sul controllo territoriale delle isole Curili.
Negli ultimi anni ci sono stati segnali tiepidi di riavvicinamento, con i giapponesi che hanno regalato a Putin un Akita (tipico cane nipponico, alla cui razza apparteneva il famoso cane Hachiko) per aver offerto l'aiuto della Russia in occasione del terribile terremoto (e conseguente maremoto) nella regione di Tohoku nel 2011. Ma dal 2013, complici le nuove tensioni con la Corea del Nord, i due paesi sono tornati ad avere un rapporto di reciproca diffidenza.
Quindi, oggi, la visita della principessa Hisako potrebbe segnare una nuova fase di avvicinamento tra i due paesi, chiamati a risolvere dispute territoriali che risalgono a un periodo storico dove entrambi avevano nomi e governi diversi. La principessa tornerà domani in Giappone, dopo aver partecipato anche ad alcuni incontri con funzionari del governo russo e a una tavola rotonda sulle arti marziali (altri sport in cui entrambe le nazioni eccellono).
Anche senza la principessa, il Giappone dovrà cercare di superare nell'ultima partita la Polonia, per approdare agli ottavi di finale del Mondiale. Hisako, nel caso in cui la nazionale dei Samurai Blù dovesse centrare poi un risultato storico (quarti di finale o semifinali), sarebbe pronta a tornare in Russia, per supportare i propri ragazzi e spingerli verso una grandiosa impresa.
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