Mancini: "Non ho giocato nemmeno un minuto ai Mondiali, ma la colpa è mia"
Il Ct: "Nel 1986 la notte brava che fece infuriare Bearzot, nel 1990 Vicini mi convocò ma senza mai schierarmi, nel 1994 con Sacchi mi autoesclusi"
Ha giocato per venti anni in Serie A, collezionando più di 500 presenze, e ha vestito 36 volte la maglia della Nazionale. Eppure Roberto Mancini non ha mai giocato nemmeno un minuto in un Mondiale. Colpa (anche) di una mini-tournée in America del 1984: l'allora ventenne, a pochi giorni dall'inizio degli Europei, si concede una notte di divertimento a New York e rientra in albergo alle 5 di mattina. Ad attenderlo, furioso come non mai, c'è "il Vecio", il Ct Enzo Bearzot. «Subisco in silenzio il peggior cazziatone della mia vita – ha raccontato l'attuale tecnico azzurro in un'intervista a Paolo Condò per GQ – Me ne dice di tutti i colori: che non ha dormito per la preoccupazione, che mi sono comportato come un somaro, che non mi chiamerà mai più in Nazionale, nemmeno se segnerò 40 gol a stagione».
Detto, fatto: il "Mancio" torna a vestire la maglia dell'Italia oltre due anni dopo con Azeglio Vicini. Gioca gli Europei del 1988 e segna anche una rete contro la Germania Ovest (con tanto di esultanza polemica verso la tribuna stampa) ed è tra i più attesi a Italia '90. Complice l'esplosione di Totò Schillaci e la predilezione del Ct per Baggio e Vialli, Mancini non scende mai in campo. «Io non sono riuscito a emergere in azzurro perché non ho mai avuto l'opportunità di giocare le cinque partite consecutive che mi servivano per entrare nel motore della squadra. Una gara modesta e Vicini la volta dopo mi lasciava in panchina. Io mi arrabbiavo, e sbagliavo, perché in Nazionale devi alzare il tuo livello di gioco».
Nel 1994, in occasione del Mondiale statunitense, Sacchi mette le cose in chiaro fin dall'inizio: «Per me sei la riserva di Baggio». Il 23 marzo a Stoccarda Mancini, all'epoca stella della Samp, gioca titolare un'amichevole contro la Germania, ma il Ct lo sostituisce alla fine del primo tempo. Per Roberto è la goccia che fa traboccare il vaso: «Mister, lei non è stato ai patti: non mi chiami più, ho chiuso con la Nazionale». Niente USA '94 per lui: quella resterà la sua ultima partita in azzurro. «Fu una cretinata enorme, perché in quel Mondiale, tra gli infortuni, le squalifiche e il grande caldo, avrei giocato moltissimo. Risultato: non ho giocato un minuto al Mondiale, e la trovo un'assurdità, anche se in buona parte la colpa è mia».
Ora siede sulla panchina della Nazionale: anche stavolta, per certi versi, è una scelta tecnica. Ma stavolta a fare le scelte è proprio lui: l'Italia si è affidata a Mancini per ripartire dopo la mancata qualificazione a Russia 2018. Il "Mancio" avrà l'occasione di disputare una Coppa del Mondo da protagonista, a patto che gli azzurri riescano a qualificarsi per Qatar 2022. Un passo alla volta, però: «Ora penso a qualificarmi per l'Europeo e poi a disputarlo alla grande. Ma confesso che l'idea del Mondiale, visti i precedenti, già mi frulla in testa».
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