Ulivieri: "Il ritiro mi sembra una forzatura"
Il presidente dell'Associazione Italiana Allenatori: "Spero che il protocollo venga alleggerito, farei appello al senso di responsabilità di ognuno di noi"
Coronavirus e dintorni, cosa ne pensa di questo caos organizzato?
"Tutto molto complesso. Spero che il protocollo venga alleggerito. In questa situazione vedo molti problemi di realizzazione. Il ritiro mi pare una forzatura, anche perché andrebbe considerato ciò che è accaduto prima: tutti siamo stati due mesi rinchiusi in casa. Farei invece appello al senso di responsabilità di ognuno di noi per la cura della propria salute. Responsabilità civili e penali? La nostra salute è una responsabilità. Se tutti si rispetta uno stile di vita consono, l'ambiente resta sano senza bisogno di clausure".
Non si è sentita spesso la voce degli allenatori.
"Ma fra di noi abbiamo parlato molto. Abbiamo un principio: siccome si fa parte della Federazione, quello che noi pensiamo si cerca di farlo arrivare alla stessa federazione, assieme alle altre componenti. Sennò si regala l'immagine di un mondo diviso, nel quale ognuno fa per conto suo. Le nostre perplessità sono arrivate a destinazione, ve lo garantisco".
Se c'è un contagiato si fermano tutti.
"Anche questo non mi convince. Come si fa? Diventa difficile. Il campionato partirebbe già morto. All'interno del nostro mondo ci saranno contagiati, ma credo sia meglio fare come in altre parti del mondo. Direi che in Germania hanno scelto una buona linea. Ecco, torno al concetto precedente, al senso di responsabilità. Facciamo il ritiro in casa, che è una quarantena. Inutili i mega ritiri. Stare a casa e stare attenti alla propria vita quotidiana. Un modo diverso di costruirsi un mondo chiuso, ma allo stesso tempo più gestibile. Comporterebbe ovviamente rivedere il capitolo sulle responsabilità dei medici".
© RIPRODUZIONE RISERVATA