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Pradè e la lotta al Covid: "Ho contagiato la mia famiglia, ho avuto paura"

Il ds della Fiorentina: "Importante riprendere a giocare. Il prossimo mercato? Sarà fatto prettamente di scambi, caleranno i prezzi dei calciatori medi"

PUBBLICATO DA La Redazione
14 Maggio 2020 - 13:16

Daniele Pradè ha contratto il Covid-19 lo scorso marzo. Il ds della Fiorentina, che oramai ha debellato il virus, ha voluto raccontare la sua esperienza in una lunga intervista a Sky Sport. Tra i temi toccati anche la ripresa della Serie A e il prossimo mercato:

"L'ho vissuta in prima persona e mi fa piacere parlare di questo perché mi sento portavoce e messaggero di determinati concetti che sono importanti. Il mio primo pensiero va a tutte le famiglie che hanno perso i loro familiari e li hanno persi in un modo tragico perché non hanno potuto dargli un saluto, una carezza e un bacio e non hanno potuto fare loro un funerale. Questo è il mio primo pensiero. I due messaggi: il primo è positività. Siamo nove persone in famiglia. Io ho portato il virus in casa, l'ho trasmesso a mia moglie, a mia figlia, ai miei cognati, alle mie nipoti e soprattutto ai miei suoceri, che sono stati ricoverati per 30 giorni, ma nella sfortuna erano allo Spallanzani, che è un ospedale di eccellenza per questo tipo di malattie. Il mio ringraziamento va a tutti i medici e a tutti gli operatori sanitari: noi viviamo della loro professionalità e della loro umanità".

Qual è stato il momento più brutto e quello più bello di questa vicenda?
"Il momento più brutto è quando vedi che, nella tua famiglia, piano piano si ammalano tutti. E' un virus subdolo, bastardo, fa male, non riesci neanche ad alzarti dal letto. Hai febbre alta, sudore, diarrea, tosse. Quando vedi tua moglie, poi tua figlia più piccola di 12 anni (adesso pesa 28 kg e mezzo, è in ripresa ringraziando Dio). Poi quando vedi che arriva un'ambulanza che porta via i tuoi suoceri, sono cose che ti toccano e che però abbiamo passato. L'altro messaggio che mi sento di fare è sul cambiamento. Come dobbiamo essere accorti: le precauzioni, le distanze, gli assembramenti. Io sarò un portavoce assoluto di questo, anche se lo ero già precedentemente. Da adesso lo sarò ancora con più forza".

Questo tuo messaggio nel mondo del calcio come hai intenzione di farlo passare? Soprattutto a chi vuole e chi non vuole giocare.
"Noi, come Fiorentina, abbiamo avuto tanti casi. Ci siamo chiusi appena è successa questa cosa e abbiamo preso tutte le precauzioni possibili e immaginabili. Purtroppo però, in quel momento non c'erano i tamponi, non c'era il sierologico. Noi il virus già lo avevamo in casa e, stando all'interno di un centro, lo abbiamo sviluppato in tanti. La stessa cosa è valsa per la Sampdoria. Quando hai tante precauzioni, quando hai gli accorgimenti, il calcio e soprattutto lo sport può essere un veicolo giusto per far capire questa nuova nostra vita. Poi ci dovremmo convivere finché non si troverà un vaccino per questo".

Tu che hai avuto nove persone in famiglia sei il primo che dice: "E' importante ricominciare a giocare".
"Sì sì, è importante ricominciare. Dopo che ci sono queste cose: le pandemie, le epidemie, c'è un rinascimento. E il rinascimento parte dalle cose popolari: lo sport è uno di questi. Il calcio è una panacea per tutti quanti noi. Oltre al fatto che ci lavorano almeno 100mila persone ma non solo, è un discorso a livello sociale".

Come la immagini la ripartenza dopo questo periodo di stop e con queste precauzioni che dovranno necessariamente essere prese?
"Sarà una cosa graduale, ci dovremo convivere, dovremo abituarci. La cosa più brutta in senso assoluto sarà che all'inizio giocheremo senza tifosi ma è un male necessario in questo momento".

Chi ti è stato più vicino nel mondo del calcio e nel mondo della Fiorentina. Un messaggio, una telefonata particolare che ricordi?
"Quello che è successo all'interno della Fiorentina è qualcosa di particolarissimo. Commisso vuole una famiglia: mi ha chiamato tutti i giorni, sia lui, sia la moglie Caterina. Joe Barone mi chiamava la mattina, all'ora di pranzo e la sera per sapere come andavano le cose. Dal mondo del calcio c'è stato nei miei confronti veramente un qualcosa di importante. Devo ringraziare tutti. Quando la gente dice 'il mondo del calcio è un mondo brutto', non è vero. E' meglio di tanti altri mondi. Devo ringraziare tutti anche per la privacy che mi hanno lasciato. Tutti sapevate ma non c'è stata mai una riga per rispetto delle mie bambine, della mia famiglia. Questa è una cosa che ho molto apprezzato. Il presidente che mi è stato più vicino è stato Claudio Lotito e sua moglie Cristina Mezzaroma hanno chiamato tutti i giorni, conoscendo anche mio suocero da tanto. In questi anni oltre alla professionalità mi sono stati riconosciuti determinati valori umani. Ringrazio tutti, li abbraccio tutti".

In questo periodo, secondo te, oltre che cambiare le regole per tornare a giocare, a vivere, cambierà anche il tuo lavoro?
"Il nostro è un lavoro che tornerà alla normalità con il tempo. La fase più importante inizierà dal 18 maggio. Il nostro lavoro è fatto di tanto contatto. Non si può fare via Skype o per telefono, ci dobbiamo vedere. Certo, non ci abbracceremo, non ci baceremo. Staremo a distanza, staremo attenti alle nostre situazioni ma deve tornare tutto alla normalità sennò che vita sarà per il nostro futuro? Deve tornare tutto alla normalità con intelligenza, sarà qualcosa di diverso dove dovremmo attenerci a delle regole. Mi sono scordato di dirti una cosa della famiglia Fiorentina. Io ero in scadenza di contratto. E' vero che ne avevamo già parlato col presidente, però mi è stato mandato il contratto del mio rinnovo il giorno di Pasqua per mail. Per me era una giornata particolare: mia suocera non si sentiva bene, era ricoverata, pensavo ad altre cose. Sono stato 64-65 giorni senza vedere mia mamma. Psicologicamente è stata molto dura. Quel gesto mi ha veramente commosso".

Questa crisi economica, che immagino colpirà la Fiorentina come tutte le altre società, può accelerare o costringervi a valutare offerte per i vostri giocatori migliori come Chiesa e Castrovilli o al contrario può rafforzare in voi la volontà di tenerli perché se i prezzi si abbasseranno voi non svenderete?
"La domanda mi sembra molto intelligente, io ti rispondo così: la Fiorentina è una società forte e sana. Logicamente anche la Fiorentina, come tutte le società del mondo, dovrà stare diversamente attenta ai bilanci perché mancheranno parecchie entrate ma fortunatamente non ha la necessità di svendere. Poi ti dico una cosa: è verissimo che, come tutte le cose importanti, le case belle, i giocatori forti avranno sempre un prezzo importante. Chi avrà un abbattimento dei prezzi saranno i calciatori medi e questo aspetto può darsi pure che sarà un bene per il nostro lavoro. Non sarà un mercato dopato come quello degli ultimi due anni. Noi siamo già partiti in anticipo rispetto a tante altre squadre perché abbiamo fatto un mercato importante con tutte situazioni che saranno utili per la prossima stagione. Dovremo completare la squadra, sappiamo come fare. Vedremo che succede. Neanche noi sappiamo ancora oggi come finirà questo campionato, quando e come riprenderà la prossima stagione. Perciò è tutto ancora nebuloso".

Eventualmente ne partirà solo uno dei gioielli tra Chiesa, Castrovilli, Vlahovic e Milenkovic?
"Noi non abbiamo nessuna intenzione di far partire nessuno, questa è la nostra forza".

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