La Totti Soccer School riparte così: termoscanner e sanificazioni
Una delle poche società che non ha rinviato tutto all'autunno. Il ds D'Alessio: «Noi saremmo pronti già oggi, aspettiamo che il Governo autorizzi le regioni».
Non è tutto fermo, nel calcio giovanile, nonostante la Federcalcio abbia dichiarato conclusi tutti i campionati di sua competenza. Il lockdown, per i dilettanti, avrà conseguenze economiche e occupazionali incalcolabili, ma c'è chi non si rassegna, e prova a fare qualcosa, invece di rinviare tutto al prossimo autunno. Come la Totti Soccer School - presidente è Riccardo Totti, il fratello maggiore di Francesco - che si prepara a riaprire, in tutta sicurezza, prima dell'estate. La società ha deciso di riprendere l'attività, adeguandosi alle norme emanate dal Governo. Si è dotata di un termoscanner, che misurerà la temperatura all'entrata, il centro sportivo - La Longarina, all'Axa - è stato completamente sanificato nei giorni scorsi, e un medico sarà sempre presente, per controllare il rigoroso rispetto di distanze e procedure di sicurezza. Non si faranno, come è ovvio, allenamenti di squadra, ma solo sedute individuali, un pallone per ogni ragazzo, per allenare tecnica e capacità individuali, puntando sul coerver coaching, il metodo inventato da Wiel Coerver, ex calciatore e allenatore olandese (nel 1974 vinse la Coppa Uefa con il Feyenoord). I ragazzi sono stati seguiti a distanza anche sul piano alimentare, mettendo loro a disposizione un nutrizionista, oltre ovviamente a un preparatore, che suggeriva allenamenti da fare a casa.
«La società non si è mai fermata, neanche durante il lockdown - spiega Venanzio D'Alessio, amministratore delegato della casa madre, lo Sporting Club, e al contempo direttore sportivo della Totti Soccer - abbiamo lavorato come programmazione e aggiornamento, per farci trovare pronti alla ripresa. Che ovviamente dovrà avvenire in grande sicurezza, e con la massima attenzione alle famiglie. Alcune avevano già pagato fino a fine anno: quando riprenderemo faremo un piano per rimborsarle. L'altro piano è quello per ripartire: lavoreremo sui fondamentali individuali, in piccolissimi gruppi, di due o tre ragazzi al massimo, che saranno distanti tra loro almeno due o tre metri. Lavoreranno all'interno di recinti di gioco, delle stazioni di lavoro: ne metteremo sei all'interno del campo a undici, ben lontane tra di loro. Per i portieri sarà ancora più facile: uno su un palo, e uno sull'altro, con il preparatore ben lontano. Abbiamo un termo-scanner, mascherine e igienizzatori, i ragazzi dovranno venire a volto coperto, e gli spogliatoi rimarranno chiusi. Sarà una ripresa a piccoli passi, noi saremmo già pronti a ripartire, ma ovviamente dobbiamo aspettare il provvedimento del Governo, che lascerà decidere alle regioni. Il sogno? Riuscire a fare, in tutta sicurezza, una partitella, prima di fine giugno. Dipenderà dalla curva dei contagi, speriamo bene...».
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