Coronavirus, dubbi sul protocollo per la ripresa: 17 club di A scrivono alla Figc
Le società del campionato tranne Juventus, Lazio e Genoa esprimono delle perplessità e preoccupazione per le conseguenze legali per nuove positività riscontrate
Una lettera a firma di 17 club su 20 della Serie A al comitato tecnico-scientifico della FIGC. Tutti i club del campionato (tranne Juventus, Lazio e Genoa), hanno chiesto dei chiarimenti sul protocollo per la ripresa degli allenamenti e preoccupandosi per le conseguenze legali che occorrerebbero in caso si dovesse riscontrare una nuova positività al coronavirus.
Nelle lettere, viene fatto notare come la situazione della pandemia al nord sia ancora critica, e come non sia chiaro se, nel caso in cui un calciatore dovesse risultare positivo, quelli risultati negativi possano riprendere gli allenamenti o meno. Repubblica.it ha riportato le perplessità espresse dal Napol, che si concentra su quelli che sono gli aspetti medico-legali delle responsabilità, stesso dubbio del Milan, perplesso anche sul "ritiro chiuso". Il Brescia ribadisce il suo punto di non voler tornare ad allenarsi, mentre il Parma non saprebbe come gestire alcuni membri dello staff con più di 65 anni di età. Il Lecce invece, non saprebbe dove rimediare i tamponi.
La smentita della Roma
Il quotidiano ha riportato le perplessità della Roma: "Come gestiamo la positività di un giocatore alla vigilia di una partita? Partita rinviata, di quanto?". La società giallorossa, però, ha poi smentito attraverso l'Ansa: ""La società non ha mai espresso parere sfavorevole alla ripresa degli allenamenti in vista della ripartenza del campionato di serie A. Di conseguenza, in relazione alla divulgazione di quesiti riservati circa il protocollo federale oggetto di confronto con gli altri medici sportivi e con la Commissione Scientifica Federale, i rilievi posti non erano in alcun modo volti alla contestazione del protocollo ma alla sua ottimizzazione e al suo efficientamento. La società in queste settimane ha già lavorato con le strutture sanitarie competenti per attivare tutti i protocolli necessari per la salvaguardia della salute degli atleti: l'auspicio è che tutti affrontino i problemi per trovarne le soluzioni e non per strumentalizzarli"
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