Football Please

Serie A, una ripresa a distanza: ecco cosa dicono i protocolli

Prima di ricominciare screaning per tutti e test ripetuti anche in seguito. I calciatori si alleneranno a due metri di distanza, doccia in camera e ritiro permanente

PUBBLICATO DA Francesco Oddi
20 Aprile 2020 - 08:37

Non dovranno allenarsi con la mascherina, i calciatori, sempre che la cosa fosse stata tecnicamente possibile. Però, quando riprenderanno gli allenamenti, dovranno trasferirsi nel centro sportivo, evitando contatti con l'esterno (famiglie incluse). Non tutti i club di serie A hanno una struttura all'avanguardia come Trigoria, con tanto di foresteria attrezzata: quelli che dovranno prendere in affitto un albergo/ristorante, lo dovranno fare in «uso esclusivo», solo per il «gruppo squadra». Ovvero «i giocatori e lo staff tecnico (tutti coloro che nella fase di ripresa dovranno necessariamente operare a stretto contatto con la squadra), che sono stati sottoposti allo screening iniziale secondo le indicazioni del Documento Base».

Il «documento Base» e il «Protocollo parte II (Note al documento base» sono stati redatti dalla Commissione Medico Scientifica Federale, presieduta dal Professor Zeppilli, e resi noti in esclusiva dalla Gazzetta dello Sport, che ieri mattina li ha pubblicati sul sito. Due documenti in Pdf, di 32 e 15 pagine, che già a pagina 2 del primo (e pagina 1 era una sorta di frontespizio...) specificano che «Non autorizzano di per sé la ripresa degli allenamenti. La tempistica della ripresa sarà decisa dalle competenti Autorità di Governo». Ma quando il Governo darà il via libera, i club sanno già cosa devono fare per farsi trovare pronti. Anche perché le prime indicazioni - dopo la classificazione ormai a prova di stupido delle mascherine, tra chirurgiche, le famose monouso che proteggono le persone intorno ma non chi le indossa, e le FFP2 e FFP3 (a uso esclusivo del personale ospedaliero) - sono su uno screening iniziale che dovrà iniziare 72-96 ore prima della ripresa degli allenamenti. E infatti è già stabilito che la convocazione partirà 3-4 giorni prima della ripresa.

Lo screening iniziale

Si partirà con l'anamnesi, ovvero la ricostruzione in una cartella clinica di ogni informazione di interesse medico, a partire ovviamente dal contatto con persone malate o con sintomi a rischio, per arrivare poi alla visita, con misurazione della temperatura corporea, per poi arrivare al tampone: chi è già stato dichiarato guarito (come i calciatori di Sampdoria, Juventus e Fiorentina) potrà saltare questo terzo step. Il documento parla di un 25% di casi critici guariti con un danno miocardico, ma non risulta che tra i calciatori ci siano stati casi critici.

Quelli che il virus non lo hanno avuto faranno un secondo tampone 24 ore dopo il primo, a cui verranno sommati gli esami sierologici. Il ritiro sarà permanente, con un gruppo chiuso, e si cercherà di limitare al massimo i contatti con i fornitori esterni, a cui verrà chiesto, se possibile, di non scendere neppure dai camion, lasciando che siano quelli del club a scaricare. Non potranno andare in bagno, a meno che non ne abbiano uno riservato. Allo screening prenderà parte anche lo staff, ma non il «personale extra gruppo squadra», ovvero cuochi, giardinieri e i fondamentali addetti alla sanificazioni (che verranno ripetute più volte): opereranno in orari diversi, senza entrare in contatto con la squadra. I pasti saranno self-service, stanze rigorosamente singole, divieto di ogni attività ricreativa in comune, specialmente nella prima settimana.

Due fasi

Nella prima settimana, del resto, l'allenamento «va limitato alle sedute di preparazione atletica e tecnica individuale È preferibile organizzare le sedute all'aperto disponendo i calciatori a distanza di almeno 2 metri l'uno dall'altro e in gruppi poco numerosi». Gli attrezzi delle palestre andranno distanziate, si useranno i guanti, e bisognerà «assicurarsi che l'ambiente sia ben areato e con ventilazione forzata, senza ricircolo dell'aria». «Nella fase successiva (seconda ed eventuale terza settimana) si procederà ad una progressione del lavoro tecnico, inserendo gradualmente esercizi specifici e di gruppo fino alle simulazioni delle fasi di gioco (partitella e schemi) con rispetto, quando non indispensabile delle distanze interpersonali».

Andrà ridotta al minimo la presenza dei componenti dello staff, che «dovranno indossare mascherine protettive ove sia necessario». Negli spogliatoi i giocatori dovranno stare ad almeno 2 metri, qualora non fosse possibile si entrerà a turno. «L'ambiente delle docce, ricco di vapore acqueo potrebbe favorire in via del tutto teorica la diffusione del virus (aerosol). Per tale motivo, è preferibile che le docce, almeno nella prima settimana, siano fatte nelle singole camere (foresteria/albergo). Laddove possibile, è meglio mantenere questi accorgimenti anche dopo la prima settimana». Per visite mediche, massaggi e fisioterapia saranno obbligatorie mascherina chirurgica per i calciatori e protezione completa per gli operatori.

Il caso peggiore

La misurazione della temperatura corporea sarà quotidiana, in caso di sintomi sospetti «il soggetto si dovrà isolare in una stanza ben aerata che dovrà rimanere chiusa, senza che nessuno possa accedervi ad eccezione delle squadre di emergenza e degli addetti al soccorso aziendale», limitando al massimo ogni contatto fino all'arrivo del 112. In caso di «accertata positività del soggetto», oltre all'isolamento dello stesso e alla sanificazione dei locali si procederà a «ripristinare tutte le misure più "rigide" di distanziamento e sospendere temporaneamente gli allenamenti di gruppo fino alla ripetizione dei test molecolari rapidi (2 test a 24 ore di distanza) e sierologici e verificare la loro negatività. I test sierologici saranno ripetuti entro 5-7 giorni». Non è scritto che succederà, in quel caso, ai calendari, che nel frattempo, presumibilmente, saranno stati riprogrammati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI