Il virologo Van Ranst: «L’Uefa pensa allo stop»
Lo specialista belga incaricato di dire la sua: «A Ceferin dirò che è giusto fermarsi, anche lui sa che il tempo sta scadendo. Presto per parlare della prossima stagione»
Il virologo belga Marc Van Ranst consiglierà all'Uefa di fermare le competizioni. Lo ha rivelato lo stesso dottore che ha fermato il calcio in patria a Sporza, la trasmissione sportiva della tv pubblica fiamminga VRT. «Mi hanno contattato dall'Uefa per chiedere fossi disposto a dare una consulenza, e lo farò», ha rivelato Van Ranst, che ha aggiunto: «Difenderò la posizione della Federazione belga e dirò che ora è il momento di terminare le competizioni. Finire le gare in maniera ordinata sarebbe molto difficile, e giocare senza pubblico sarebbe il messaggio sbagliato». Sulla prossima stagione: «È troppo presto per dire qualcosa al riguardo adesso. Siamo a metà aprile, quindi c'è ancora tempo per prendere decisioni al riguardo». Ancora una volta, venticinque anni dopo la sentenza Bosman, emanata dalla Corte di giustizia dell'Unione europea per regolamentare il trasferimento dei calciatori nelle federazioni appartenenti all'Unione Europea, è dal piccolo Belgio che si alza la voce grossa sul calcio internazionale.
Ad inizio aprile la Jupiler Pro League si era detta favorevole alla la fine del campionato (la decisione dev'essere ancora ratificata e la data cardine in tal senso è il 24 aprile) proponendo l' assegnazione del titolo al Brugge, primo in classifica al momento della sospensione del torneo a causa dell'emergenza Coronavirus. L'eventualità non era piaciuta per niente alla Uefa che aveva minacciato di escludere i club belgi - e di tutte le nazionalità che avrebbero intrapreso quella strada - dalle competizioni europee. Minaccia attenuata dopo qualche giorno, a seguito di un colloquio tra Mehdi Bayat, presidente della Royal Belgian Football Association, favorevole a ratificare la proposta della Lega, e Aleksander Ceferin, numero uno dell'Uefa, nel quale pur non arretrando nessuno rispetto alle proprie posizioni si parlava dell'importanza di arrivare a scelte condivise e prudenti. All'Uefa, infatti, non era piaciuta la "fretta" con cui il campionato belga, unico in Europa, aveva preso in seria considerazione una decisione tale, quasi anticipando i tempi. Lo stesso presidente dell'Eca Andrea Agnelli aveva fatto presente come fosse fondamentale «completare le competizioni anche a luglio e agosto, stabilendo un calendario in comune accordo. Non ha senso dare titoli ora».
Il virologo Van Ranst ha ora rivelato che anche la Uefa potrebbe seguire la linea belga, ribadendo a Het Nieuwsblad quanto aveva già consigliato in Belgio: «Ho l'impressione che la Uefa sta iniziando a considerare l'idea di non poter terminare questa stagione. Nessuno può dare una colpa al campionato belga per la sua decisione. La Pro League ha capito che occorrerebbero 3-4 settimane di preparazioni ai calciatori, pertanto ha considerato poco realista l'ipotesi di ricominciare le competizioni attuali. Le manifestazioni sportive e i concerti saranno le ultime cose a ricevere il permesso dai governi».
Anche l'Uefa ora si rende conto che sta scadendo il tempo. Anche perché la nuova data fissata per il Campionato europeo (altra competizione con molti soldi in palio) è l'11 giugno 2021: «Come si può parlare della riduzione delle misure e del riavvio delle competizioni se non sappiamo nemmeno se siamo al culmine del primo picco? Il calcio è la questione secondaria più importante al mondo e se ne parla in questi termini tra gli specialisti che determinano la strategia di uscita», ha concluso Van Ranst.
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