Stipendi: i calciatori pronti a fare la loro parte. Ma Lotito vuole portare la Lazio in ritiro
La clamorosa indiscrezione di Sky: i giocatori biancocelesti avrebbero detto di sì, a patto di non trasgredire il decreto ministeriale per il coronavirus
Un'altra lunga e caotica giornata, al termine della quale Aic e Lega non si sono poi confrontati, rimandando a oggi il faccia a faccia, ovviamente in videoconferenza, che dovrà rendere operativo l'accordo di massima sui tagli agli stipendi dei calciatori italiani, sempre senza dimenticare che ogni indirizzo dovrà comunque essere ratificato dalle società in intesa con i propri calciatori (e infatti la Juventus si è già messa avanti con il taglio di quattro mesi sul bilancio in chiusura a giugno, con la restituzione di due mesi e mezzo nel prossimo esercizio).
A quanto è trapelato ieri sera, rilanciato anche da un servizio di Sky Sport, i calciatori sarebbero pronti a dire sì alla proposta formulata dalla Lega sul congelamento degli stipendi da marzo in avanti e per tutta la durata dell'emergenza (proprio come hanno fatto alla Juventus), a patto però di vedersi accreditati i bonifici maturati fino a febbraio. Se ne discuterà oggi, quando c'è il rischio che l'argomento possa anche diventare un altro. Perché sempre secondo Alciato di Sky il presidente della Lazio sarebbe fermamente intenzionato a portare in ritiro i calciatori biancocelesti già a partire dalla prossima settimana. E loro sarebbero persino d'accordo, a patto che ovviamente, citiamo testualmente dal servizio, «ci siano tutte le condizioni di sicurezza e che non si vada contro le indicazioni del Governo». Le nuove indicazioni sono attese a ore, chissà che cosa ne pensa il ministro Spadafora.
Dopo la riunione del direttivo dell'Associazione e il confronto con i capitani, Tommasi ha reso pubblico il comunicato che riassume ad oggi il loro punto di vista, quello attraverso il quale i calciatori si dicono pronti a fare la loro parte e attendono che anche le altre componenti facciano lo stesso. «Nella giornata di oggi - c'era scritto sul comunicato diffuso in serata - si è tenuta la settimanale riunione del Direttivo dell'AIC e, di seguito, con i rappresentanti e capitani di Serie A. Il momento è delicato e le recenti dichiarazioni del Ministro Spadafora lasciano presumere ancora qualche settimana di chiusura attività. In quest'ottica, e alla luce dell'accordo tra i calciatori della Juventus e la società, si è discusso della conclusione giocata dei campionati e delle eventuali tempistiche.
Dalla Serie A ai Dilettanti l'auspicio è quello di, avendone le condizioni di sicurezza, poter portare a termine la stagione, fosse anche superando la data del 30 giugno. Le condizioni di ripresa dell'attività dovranno avvenire in condizioni di approfondito controllo medico e rispettando tutte le indicazioni che verranno fornite dai medici e dalla FMSI. Nella purtroppo malaugurata ipotesi di chiusura anticipata della stagione lo scenario ci vedrà senz'altro partecipi della situazione e per questo i calciatori sanno di dover svolgere la loro parte. In questo senso è stata evidenziata come nelle diverse categorie siano diverse le esigenze ma si è stati tutti concordi nell'obiettivo di tutelare le posizioni delle categorie più in difficoltà. Il mondo dilettante, il calcio femminile e i redditi più bassi delle categorie professionistiche dovranno essere tutelati, anche attraverso il ricorso a risorse interne al mondo del calcio e aiuti che dovessero venire dal sistema mutualistico generale. La costituzione di un fondo assistenziale destinato al sostentamento di queste situazioni di precarietà dovrà coinvolgere tutte le parti in causa. I calciatori sono già sintonizzati su questo ma ad oggi non si è avuto ancora contezza di quale sia la parte che vorranno e dovranno fare le altre componenti del movimento. FIGC, Leghe, organizzazioni internazionali, quale sarà il loro apporto a questo scopo? Sarà uno degli argomenti sui tavoli di discussione che si stanno portando avanti ormai da qualche settimana e che dovranno avere come primo obbiettivo fare squadra, ognuno per la sua parte».
Una delle componenti federali è anche quella degli allenatori. Ne ha parlato Renzo Ulivieri: «Anche noi siamo pronti a fare la nostra parte come associazione», ha detto il presidente dell'Assoallenatori a Radio Kiss Kiss Napoli: «Sono convinto che il calcio può ripartire. Se l'economia del Paese riparte, sarebbe giusto anche che il nostro campionato possa avere la sua conclusione. Ho sentito molti allenatori che hanno dimostrato sensibilità e disponibilità ad andare incontro alle esigenze del nostro calcio. Ma il problema dei collaboratori e degli allenatori di categorie inferiori resta». Anche tra i tecnici, insomma, il problema non è tanto per quelli impegnati nelle categorie maggiori, ma per tutti gli altri.
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