Cannavaro: "Così hanno sconfitto il virus in Cina. Non si tornerà a giocare a maggio"
L'ex difensore azzurro e allenatore del Guangzhou: "Qui c'era l'esercito in strada, hanno bloccato tutto. I tempi per la ripresa del campionato saranno più lunghi"
L'ex calciatore e capitano della Nazionale Fabio Cannavaro, attualmente allenatore del club cinese Guangzhou Evergrande, è intervenuto ai microfoni di Retesport. Queste le sue parole sulla situazione in Cina e sulle prospettive future del calcio in Italia e nel mondo.
Come stai?
"Sto bene, sono in Cina e sono tornato da una settimana e sono in quarantena. cucino, lavo, stiro. Qui la quarantena è dura, il governo cinese ha vietato di uscire di casa, fortunatamente mi portano la spesa qui. Quando mi sono spostato a Dubai con la squadra abbiamo adottato tutte le misure di sicurezza, sia in partenza che al ritorno. Abbiamo fatto tampone ed esame del sangue a tutti. Tornati in Cina siamo stati in quarantena. Ho la mia famiglia a Napoli e ho paura per loro, perché con questo virus non si scherza. Chi pensa di fare superman rischia di finire intubato".
Quanto è lontana ripresa vita normale in Cina?
"Il virus è sotto controllo perché hanno adottato misure forti. È capitato nel capodanno cinese e le città erano vuote, quindi chiudendo le zone rosse sono riusciti a controllarlo. Hanno bloccato tutto, addirittura sono state create delle applicazioni per smartphone che davano informazioni sul virus in tempo reale. Ora la vita sta riprendendo, piano piano stanno riaprendo le scuole e dal 1 maggio riprenderanno anche le attività sportive e quindi anche il campionato. All'inizio la situazione era strana, ma solo stando a casa si è impedita la diffusione del virus".
Le misure erano più dure rispetto all'Italia?
"Qui non si poteva andare a correre, due persone non potevano stare vicino e prima di entrare nei supermercati dovevi misurarti la febbre. C'era l'esercito in strada. I responsabili della diffusione del virus da Wuhan sono stati rimossi dai loro incarichi di governo. In Italia bisogna essere prudenti, non bisogna uscire ogni giorno, anche per aiutare il sistema sanitario, che ne ha davvero bisogno. Noi ex campioni del mondo abbiamo lanciato una raccolta fondi su gofundme per sostenere la sanità italiana. Quasi tutti i miei colleghi hanno fatto donazioni importanti, almeno il 99%. Noi siamo privilegiati e dobbiamo contribuire: Montella, Chiellini, Verratti e molti altri stanno aderendo a questa raccolta fondi".
Sulla fuga di alcuni calciatori?
"Nessuno può dire che la propria città sia sicura, tutto il mondo è a rischio. Non mi piace che si pensi a quando ripartire col campionato, perché i tempi saranno molto più lunghi di quelli per ora previsti. Trovo sconcertante quello che ha fatto Cellino, non capisco come alcuni presidenti pensino solo a risparmiare. In Italia la situazione non è sicura ed è impensabile riprendere gli allenamenti nei centri sportivi, perché sarebbe rischiosissimo".
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