Serie A, Cellino: "Lo Stato aiuti a pagare i calciatori. Si potrebbe giocare a maggio"
Il presidente del Brescia: "Il governo ci sconti i contributi sugli stipendi dei giocatori. Perderebbe 150 milioni ma non è peggio se fallisce il calcio?"
Il presidente del Brescia Massimo Cellino ha commentato l'impatto dell'emergenza coronavirus sul mondo del calcio in un'intervista concessa a La Repubblica. Dalla richiesta di aiuti allo Stato per pagare gli stipendi dei giocatori alle soluzioni per riprendere a giocare le partite, ecco alcune delle sue parole.
La richiesta al governo
"Il governo ci sconti i contributi sugli stipendi dei calciatori. Per lo Stato sarebbe una perdita da 150 milioni, ma non è peggio se fallisce il calcio italiano, ad oggi terza azienda del Paese? Si faranno degli sconti ai broadcaster televisivi che devono ancora versare una quota dei diritti, si chiederà allo Stato un intervento sull'Irpef per poter dare gli stipendi netti ai calciatori ed infine servirebbe una legge per allungare tutti i contratti di un anno, per tutelare tutti".
Quando si potrebbe tornare a giocare
"Nella più rosea delle previsioni, il campionato potrebbe ripartire a porte chiuse la prima settimana di maggio, e riusciremmo a limitare i danni. Potremmo dare ai calciatori 25 giorni di vacanza e farli tornare il 15 aprile: avrebbero già fatto le vacanze e si potrebbe finire il campionato tra maggio e giugno. Se la cosa va peggio di come pensiamo, perdiamo 5 mesi di campionato".
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