Coronavirus, il vicepresidente AIC: "I calciatori non sono tranquilli"
La nota di Umberto Calcagno: "E’ difficile mantenere un metro di distanza in allenamento o negli spogliatoi, un rischio in più c'è e si percepisce"
Nonostante le tante misure di sicurezza prese in virtù dell'emergenza del Coronavirus, anche i calciatori che scendono in campo avvertono il rischio di contagio. Lo ha detto il vicepresidente dell'Associazione Italiana Calciatori Umberto Calcagno, in una nota ufficiale. Ecco il testo integrale.
"Calciatori tranquilli nel ripartire? No, ovviamente la tranquillità non c'è e non è il termine più appropriato. Ci sono percezioni differenti, è ovvio che la tutela della salute è il bene primario da perseguire. Le delibere del Governo permettono di giocare a porte chiuse e monitoriamo che tutto sia seguito a livello sanitario. Poi non sappiamo cosa accadrà, speriamo si possa finire i campionati, ma la regolarità degli stessi viene comunque dopo la salute degli atleti e di chi lavora accanto a loro. Dobbiamo garantire come sistema federale l'incolumità delle persone e poi la regolarità del campionato. Saremo molto attenti e vigili nel prendere le decisioni più appropriate. Ci sono protocolli ben precisi che sono stati varati . Noi, in stretto contatto con l'associazione dei medici sportivi, monitoriamo che nel mondo professionistico che vengano rispettate tutte le direttive del Governo. E' difficile mantenere un metro di distanza in allenamento o negli spogliatoi, un rischio in più per i calciatori c'è e si percepisce, per questo va valorizzato quanto stanno facendo i calciatori. Per ora è un rischio calcolato, ma se dovesse cambiare qualcosa, rimoduleremo anche noi le nostre decisioni".
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