Proteste in Catalogna, Guardiola: "Ho amici che passeranno nove anni in carcere"
L'allenatore del Manchester City: "Rischiano la galera solo perché hanno chiesto di andare a votare. L'Europa deve prendere posizione e aiutarci"
Anche Guardiola scende in campo sulla questione catalana. In Catalogna continuano le proteste contro le condanne ai 12 leader secessionisti e la manifestazione in programma il 26 ottobre ha portato la Federazione calcistica spagnola a rinviare la sfida, ritenuta a rischio, tra Barcellona e Real Madrid. In questo contesto, l'allenatore del Manchester City Guardiola, catalano di Santpedor, ha espresso la sua opinione sulla situazione in cui versa la sua terra nella conferenza stampa prima del match contro il Crystal Palace. "Non so esattamente cosa succederà oggi nel mio paese, in Catalogna - ha detto il tecnico - Penso solo che sia incredibile come stiano pacificamente marciando attraverso la Catalogna verso Barcellona per dare appoggio ai politici e agli attivisti detenuti da più di un anno. Se non fossero convinti non marcerebbero milioni di persone da tutte le città della Catalogna per dare il loro appoggio".
Ha continuato poi: "La comunità internazionale deve aiutarci per risolvere il conflitto tra Catalogna e Spagna. Qualcuno, un mediatore esterno, dovrebbe aiutarci per riuscire a sederci e parlare. Ho amici stretti che passeranno 9 anni in carcere perché chiedono di andare a votare. E sono milioni le persone che pacificamente appoggeranno queste persone. L'Europa deve fare un passo in avanti e aiutarci a risolvere questo conflitto". Ha ribadito anche la sua posizione in difesa dei diritti umani: "Li difendo qui, a Alsasua, a Madrid... Dobbiamo lottare contro il razzismo, la discriminazione e il maschilismo. Difenderò ovunque i diritti umani".
Infine, riguardo il rinvio del Clasico, ha affermato: "Non ho opinioni in merito. Dovete chiederlo alla Federazione. Se lo fanno sarà perché sono preoccupati".
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