De Rossi sempre più argentino: fa il pieno di mate in un negozio di Buenos Aires
Il proprietario della 'Talabartería Arandú' ha raccontato: “Ha lasciato che scegliessi io quale mate prendere. Lui e Sarah parlano uno spagnolo perfetto”
De Rossi si è già immerso perfettamente nella vita di Buenos Aires. A circa due mesi dal volo che lo ha portato dall'altra parte dell'Oceano Atlantico, DDR è già un idolo della tifoseria, che lo ha eletto a modello di comportamento per la sua dedizione e il suo impegno in allenamento e in campo. Dopo aver giocato il suo primo Superclasico, in casa del River, adesso Daniele punta alla doppia sfida mozzafiato in Libertadores contro i rivali di sempre: 1° e 22 ottobre le due date cerchiate in rosso sulla sua agenda (entrambe alle 21.30 ora argentina). Acciaccato per via di un sovraccarico muscolare, dopo aver saltato la sfida col San Lorenzo De Rossi sta lavorando quotidianamente con il team medico del Boca per poter essere disponibile in coppa continentale.
Nel frattempo, l'ex capitano della Roma si adatta sempre più allo stile di vita argentino. Di recente ha fatto visita in un negozio di prodotti tipici argentini, la Talabartería Arandú, accompagnato dalla moglie Sarah, e ha comprato un set di mate: la tipica bevanda che si beve nel paese di Maradona e in buona parte del Sud America. Vestito "in borghese", con gli occhiali da sole, DDR è entrato nel negozio come un abitante qualsiasi del quartiere Recoleta. Uno sguardo curioso ai prodotti sugli scaffali e poi l'acquisto: due tipi di mate, uno bianco e uno marrone scuro, un thermos di alluminio e due "bombillas", la tipica tazza a forma di goccia che si usa per berlo. "Ha lasciato che scegliessi io quale mate prendere. Lui e Sarah parlano uno spagnolo perfetto", ha detto il proprietario del negozio.
Ovviamente, la sua presenza non è passata inosservata. Alcuni tifosi del Boca lo hanno circondato per chiedere foto e autografi, concessi come al solito con grande piacere dal numero 16. Gentile, tranquillo e contento per la propria scelta di vita, il calciatore campione del mondo 2006 non si è mai pentito di aver cambiato lato del mondo per finire la sua carriera.
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