Storie di ex: in Roma-Ternana torna Simone Sini, che esordì in A contro Ronaldinho
Il club giallorosso lo prese a 14 anni dal Tor di Quinto, e lo cedette in prestito al Lecce a 18. Ha girato tanto in B, ma doveva fare di più
C'erano due giocatori fuori categoria nei '92 che vinsero lo scudetto Giovanissimi nel 2007, con Stramaccioni in panchina, e nessuno dei due ha mantenuto le promesse, altrimenti sarebbero in ritiro con Fonseca (o quantomeno in serie A): Stefano Pettinari si è tolto lo sfizio di fare un paio di spezzoni in giallorosso con Ranieri, per Simone Sini neanche quelli. La Roma lo prese a 14 anni dal Tor di Quinto, e lo cedette in prestito al Lecce a 18, dopo due anni di Primavera, di cui uno sotto età. Fece Europeo e Mondiale da capitano dell'Italia Under 17, insieme all'allora genoano El Shaarawy, a 18 anni debuttò in una gara in bilico tra sogno e incubo, titolare a San Siro contro il Milan, alla prima giornata.
Il Lecce era neopromosso, in difesa con lui Donati, Ferrario e Giuliatto, non esattamente Maldini e Costacurta, gli avversari facevano paura: Pato-Borriello-Ronaldinho, lanciati da Pirlo e Seedorf. Il romanista fu l'ultimo ad arrendersi, giusto una sbavatura sul quarto gol, segnato da un Filippo Inzaghi che Allegri poteva permettersi di tenere in panchina. Non fu il peggiore, ma il più giovane sì, e il primo a pagare. E prese una decisione che gli costò tanto: quando gli venne chiesto di fare il sinistro, ruolo rimasto scoperto, che ricopriva magnificamente, fece capire che si sentiva un centrale difensivo, e si ritrovò al centro della panchina. Chiuse quel campionato e la sua esperienza in A con 2 sole presenze. Ha girato tanto in B, la Roma lo ha mollato quando era all'Entella, negli ultimi due anni è stato il capitano della Viterbese, in C è uno di quelli che prendi per provare a vincere il campionato. Ma per chi lo ha visto giocare, resta uno spreco di talento.
Nell'amichevole di questa mattina, inoltre, si è riaffacciato a Trigoria Fabrizio Tirelli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA