La telecronaca sessista, il sold out allo Stadium e la parità che non c'è
"Donne arbitro, uno schifo!": sospeso il telecronista di Agropoli-Sant'Agnello. Il tutto nel giorno in cui l’Allianz si riempie per la gara Scudetto del femminile
«È uno schifo vedere le donne venire a fare gli arbitri, è una barzelletta della Federazione»: dirige l'orchestra il "Maestro" - si fa per dire - Sergio Vessicchio, giornalista e telecronista per l'emittente locale CanaleCinqueTv. Alla vista della guardalinee Annalisa Moccia nella partita Agropoli-Sant'Agnello (campionado di Eccellenza Campania Girone D), Vessicchio ha esternato tutto il suo sdegno in un video, diventato in un attimo virale nel web. Il tutto nel giorno in cui l'Allianz Stadium di Torino si è riempito per la sfida-Scudetto del campionato femminile tra Juve e Fiorentina, per un incasso di zero euro: i biglietti erano omaggio, nonostante l'enorme risalto mediatico dato dalle emittenti televisive e non solo alla gara. Quarantamila tagliandi, tutti rigorosamente gratis, a dimostrazione del fatto che il gap tra il calcio maschile e quello femminile, per lo meno a livello di appeal, oggi esiste eccome.
Reazioni di sdegno alle parole di Vessicchio sono arrivate più o meno da tutti i fronti: l'Ordine dei giornalisti ha parlato di «incredibile disprezzo», facendo sapere che il giornalista era già stato sospeso per undici mesi e che adesso gli verrà contestata la recidiva. Si è detto «sconcertato» il presidente dell'Aia Marcello Nicchi, che ha aggiunto: «Ad Annalisa, e a tutte le nostre associate, va la piena solidarietàmia e di tutto il movimento arbitrale italiano». Il numero uno della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia ha definito «assolutamente vergognose» le dichiarazioni di Vessicchio. Il quale, una volta fatto il danno, ha immediatamente provveduto a scusarsi: «Ho fatto una stupidaggine - ha detto a Radio Crc - Mi sono espresso male: non sono sessista e le farei governare il mondo. Ho attaccato il sistema e la Federazione: ho sbagliato i modi nell'esprimere il mio pensiero».
Al di là del goffo tentativo di discolparsi, le domande sorgono spontanee: in che modo si pensa di attaccare un fantomatico "sistema" e la Federazione sottolineando il sesso del guardalinee? Quale sarebbe il punto? Che gli arbitri donna non hanno la stessa competenza di quelli uomini? O forse infastidisce il semplice fatto che su un campo popolato da 22 uomini ci sia una donna? Difficile trovare una risposta. L'unica cosa certa è che, fino a quando si distinguerà tra "ambiti maschili" e "ambiti femminili" tutto questo circo continuerà ad andare avanti e ci imbatteremo ancora in telecronisti indignati per una guardalinee. Se le magliette di Bartoli, Serturini e Piemonte un giorno venderanno quanto quelle di De Rossi e Florenzi, forse, dipende anche da questo. Lo schifo vero è farne, per qualche oscuro motivo, una questione di genere.
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