Rossi: "Taylor ha commesso qualche errore, non sono ottimista sulla permanenza di Mou"
Le parole del tecnico a Radio Romanista: "La Puskas Arena è il fiore all'occhiello degli stadi ungheresi. Dybala se sta bene fa la differenza. Resto in Ungheria per ora"
Oggi fra gli ospiti in collegamento con Radio Romanista è intervenuto il Commissario Tecnico dell'Ungheria Marco Rossi, che ai nostri microfoni ha rilasciato un'intervista parlando di temi noti come la differenza fra le strutture e il calcio fra Ungheria e Italia, la finale di Europa League, il lavoro di Dybala e Mourinho in giallorosso prima di chiudere dicendo cosa farà nel suo prossimo futuro. Ecco le sue parole.
La Puskas Arena è uno stadio meraviglioso sotto tutti gli aspetti: uno stadio così in Italia non esiste.
"Eh no, non esiste in Italia. Non ultimo il terreno di gioco, che è veramente un biliardo che permette ogni virtuosismo a chi è capace di farlo. Però le strutture, come ho detto anche in passato, qui in Ungheria sono al top e la Puskas Arena ne è il fiore all'occhiello fra tutti campi nuovi. Uno stadio nazionale che contiene quasi 70.000 spettatori mentre un altro fatto benissimo e fruibilissimo oltre che molto bello è quello del Ferencvaros ma contiene, credo, non più di 35.000 spettatori, tanto è vero che quando ha giocato i gruppi di Champions League contro Barcellona e Juventus la squadra, li ha disputati alla Puskas Arena".
Che idea si è fatto della finale Siviglia-Roma?
"E' stata come ci si aspettava: poco spettacolare e molto combattuta, molti contrasti e duelli, molte seconde palle anche per gli stili di entrambe le squadre. Gli episodi hanno fatto la differenza e credo fosse prevedibile andare ai supplementari e ai rigori. Sicuramente c'è stato qualche episodio, va detto che ai rigori la Roma è arrivata senza tutti i migliori tiratori e hanno dovuto calciare i difensori che, con tutto il rispetto, non hanno la stessa qualità di Dybala e Abraham per esempio. La lotteria ha finito per penalizzarli".
Da uomo di sport, lei è rimasto convinto dall'arbitraggio di Taylor?
"Credo che abbia raccolto varie critiche tranne dagli spagnoli. Ha commesso qualche errore in una gara di difficile gestione: va detto che ad ogni fischio subiva quasi un'aggressione fisica da entrambe le squadre ed entrambe le panchine. Io non ho mai giocato una gara così importante e quindi non ho esperienza in merito, ma credo che mantenendo il sangue più freddo e lasciando più tranquillo l'arbitro alla fine si potevano ottenere più vantaggi che svantaggi".
Ci dà un commento su Dybala?
"Lo conosciamo da tantissimo tempo: prima dal Palermo e poi dalla Juventus per poi vederlo a Roma. Ha vinto un mondiale quest'inverno e in Italia sappiamo la sua qualità. Mourinho ha sorpreso un po' tutti mettendolo in campo dall'inizio e probabilmente si è verificato ciò che sperava il tecnico: inidirizzare la gara subito nei binari favorevoli ma poi lo ha dovuto togliere. Rappresenta un patrimonio per il futuro della Roma ma bisogna sperare che stia bene per essere l'ago della bilancia".
Cosa si aspetta per il futuro di Mourinho? Resta per tanti anni?
"Io penso che ci siano le condizioni perchè lui rimanga ma poi ci devono anche essere le condizioni per farlo restare. Io ero allo stadio l'altra sera e non vedevo la la Roma da quando ci ho giocato contro una trentina di anni fa: vedere una tifoseria così appassionata è stato importante e mi era passata l'abitudine di vedere questo tipo di tifo dopo molto tempo. Avendo visto i tifosi romanisti alla puskas Arena credo che Mourinho si senta anche in dovere di rimanere e continuare a dare le maggiori soddisfazioni possbili ma dalle sue dichiarazioni a caldo dopo la partita non c'è da essere troppo ottimisti sulla sua permanenza".
Da tecnico italiano, ci dà un pensiero sulle finali di Fiorentina e Inter? Quante speranze hanno le italiane?
"La speranza c'è sempre e le finali sono partite a sè che sfuggono da ogni pronostico e non è possibile mai fare un pronostico. La Roma è stata sfortunata e se avesse vinto non ci sarebbe stato nulla da dire. La Fiorentina credo abbia il 50% di possibilità di vincere questo trofeo. Sulla carta chi ha meno pobbilità, visto anche l'allenatore e la squadra avversaria è l'Inter, visto che sfiderà i migliori al mondo ma penso che Inzaghi la preparerà al meglio e i giocatori saranno in palla quindi tutto può succedere in queste due partite. Il fatto che tre italiane siano arrivate in ogni finale di mostra che il calcio italiano è tutt'altro che defunto come molti dicono ad ogni risultato negativo e continuiamo ad affermarci".
Ogni tanto lei ci pensa a tornare in Italia o rimane in Ungheria?
"No, io in Ungheria sto molto bene fondamentalmente anche se ad ogni risultato le cose cambiano mi mi sento molto apprezzato da tutti a lavorare per loro e abbiamo appena cominciato il percorso di qualificazione agli Europei, sperando di finire a novembre prossimo. Se dovessimo qualificarci poi sarebbe difficile dire di andare via prima del torneo ma comunque sono ragionamenti che si faranno a fine europei la prossima estate se le cose andassero bene".
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