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La lunga storia tra Mourinho e Arnautovic, il bad boy che con lui giocò solo 55'

I due condivisero l'esperienza interista, con Josè che però lo fece giocare poco. Allo United il portoghese voleva riprenderlo, ma non si fece nulla

Mourinho e Arnautovic

Mourinho e Arnautovic (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
03 Gennaio 2023 - 16:15

Ne è passata di acqua sotto i ponti, da quando Mou se lo ritrovò di fronte per la prima volta:  Marko Arnautovic aveva vent’anni ed era appena approdato all’Inter dopo tre anni al Twente quando, nell’estate del 2009, fece la conoscenza dello “Special One”. José andò a stringergli la mano, e il colloquio tra i due (sul campo d’allenamento, durante il ritiro precampionato nerazzurro) lo ha raccontato proprio il portoghese un anno e mezzo fa circa: «All’epoca i miei attaccanti all’Inter erano Ibrahimovic, Adriano, Crespo e Cruz. Lui mi disse: “Mister, io sono meglio di tutti loro”. Questo è Marko: un ragazzo molto sicuro di sé, ma fantastico, capace di farsi amare da tutto il gruppo». L’attuale allenatore romanista evidentemente deve essersi confuso, perché quella fu l’estate in cui Ibra partì, sostituito da Eto’o, ma la sostanza non cambia. Quel che è certo è che, nonostante le belle parole utilizzate da Mourinho per l’attaccante che domani guiderà il Bologna contro la Roma, l’avventura di Arnautovic all’Inter terminò con soli tre spezzoni - per un totale di 55’ - disputati nell’arco di una stagione. E non una stagione qualsiasi, ma quella del triplete, la seconda e ultima di Mourinho all’ombra del Duomo. Di certo tra Milito, Eto’o, Balotelli e Pandev, talento ed esperienza non mancavano a José. L’austriaco poi ci mise del suo, rivelandosi un autentico “bad boy”: «All’epoca la sera uscivo sempre - ha raccontato di recente Arnautovic - e combinavo casini. All’Inter pensavo di essere il migliore di tutti, e se qualcuno mi criticava o mi rimproverava rispondevo: “Oh, ma che c...o vuoi?”. Ho sbagliato completamente, e questo mi ha fregato: rimpiango di non aver avuto disciplina». Eppure Mou ci provò, a dargliene almeno un pizzico: «José mi ha aiutato tantissimo, ma per sei mesi ripetevo anche a lui: “Non puoi darmi ordini, non sei mica mio padre!”. Sono stato sempre io a sbagliare». 

In Inghilterra


Il passare degli anni ha portato giudizio, e la consapevolezza che per sfondare nel mondo del calcio, oltre al talento, serve essere dei professionisti. Arnautovic lo è diventato anche grazie all’ottimo biennio vissuto al West Ham sotto la guida di David Moyes, tra il 2017 e il 2019. E proprio in quel periodo le strade tra l’attaccante e Mourinho si sono incrociate di nuovo: José era al Manchester United, e avrebbe voluto riaverlo con sé. Ma il matrimonio non si fece, dato che i Red Devils avevano appena speso oltre 100 milioni per riportare Pogba in Inghilterra. Lo ha svelato lo stesso giocatore del Bologna: «Mi chiese: “Quanto costi?”. E io: “Ah, allora mi vuoi ancora”. Ma non avevano abbastanza soldi per me». Beffa doppia per Mou, se si tiene conto del fatto che Marko segnò anche una rete nel 3-1 con cui gli Hammers batterono lo United nel settembre 2018, un paio di mesi prima che lo “Special One” venisse esonerato. 

Di nuovo in Italia


Le loro strade si sono incrociate di nuovo nella passata stagione: a Bologna i due sono stati immortalati a colloquio, con Mourinho sottobraccio ad Arnautovic. A dimostrazione del fatto che il feeling tra i due non s’è mai affievolito: del resto, José è il tipo di tecnico che resta nel cuore della maggior parte dei suoi calciatori. Ma domani non potrà esserci spazio per i sentimentalismi: già l’anno scorso i rossoblù sono costati quattro punti alla Roma, sconfitta in trasferta e fermata sullo 0-0 in casa. Per iniziare al meglio  l’anno e invertire la tendenza rispetto alla prima parte di stagione, Mou deve battere l’ex ragazzo che pensava di essere il più forte di tutti.

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