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Luciano Scorza: «Disegno i gol della mia amata Roma»

Il vignettista: «Decisi di seguire i giallorossi dopo aver visto Conti al Mondiale '82. La rete di Voeller al Broendby quella a cui ho esultato di più»

PUBBLICATO DA V. C.
04 Febbraio 2022 - 15:11

Non aveva ancora 10 anni quando si innamorò del calcio. Di Bruno Conti. E della Roma. E non necessariamente in quest'ordine. «Nell'estate del 1982 - ricorda Luciano Scorza, il vignettista per hobby che poco più di un mese fa ha cominciato a disegnare i gol dei giallorossi su Twitter - andammo in vacanza in Sicilia. Mentre mio papà non è mai stato un appassionato di calcio, il padre della famiglia che ci ospitava sì che lo era. E allora ci gustammo il Mundial in tv, proprio con lui e suo figlio. Il migliore di quella squadra, come affermavano anche i brasiliani, era senza dubbio Bruno Conti. Al vederlo correre sulla fascia e dribblare mi ripromisi di seguire la sua squadra. L'anno dopo la "sua" squadra vinceva lo Scudetto e il mio amore diventò così eterno».

Luciano è nato a Napoli 49 anni fa, e negli Anni 80 non deve essere stato facile mantenere vivo l'amore per i colori giallorossi con poco più di 10 anni nella città dove impazzava il culto per Diego Maradona. «In realtà è stato molto più difficile quando a 26 anni andai a vivere a Milano - mi dice - nei primi anni 2000. Non potevo vedere la Serie A alla televisione, e andare al bar a vedere una partita con una delle milanesi o con la Juventus, significava essere circondati da tifosi avversari con cui rischiavi il conflitto in più di un'occasione. Ricordo che con gli altri romanisti ci si guardava e ci si riconosceva in incognito!».

Poi c'è stato il trasferimento a Barcellona.
«Sì, proprio quando Guardiola vinceva tutte le competizioni. Non potete nemmeno immaginare la gioia che ho provato nella famosa remuntada. I colleghi di Barcellona si congratularono con me per la vittoria dei giallorossi, e quelli di Madrid mi chiamarono per dirmi che Manolas da quel giorno era diventato un idolo anche per loro».

Tu disegnavi i gol anche da ragazzo, cosa ti ha spinto a tornare a disegnarli?
«Quando mio figlio Gianluca ha cominciato a giocare delle partite nel torneo locale dei giovanissimi, ho iniziato a regalare i miei disegni ai suoi compagni di squadra che segnavano un gol. I genitori mi facevano un sacco di complimenti ma io credevo che fossero solo educati».

E invece?
«E, invece, quando poi ho deciso di pubblicare la mia versione del gol di Zaniolo su Twitter, il successo è stato tanto enorme quando inaspettato. Più di 3.500 likes in poche ore e centinaia di nuovi followers in pochi giorni».

E la Roma ti ha contattato.
«Già, io che speravo in un semplice like da parte loro, ho invece ricevuto una telefonata da un giornalista gentilissimo del sito della Roma (che ha anche lavorato per Il Romanista), che mi chiedeva se volessi inviargli altri gol nelle partite successive. Ovviamente il mio sì è stato grande quasi quanto l'eco del nostro 4 a 1 a Bergamo».

Ma non ti sei fermato lì, vero?
«Visto il successo, da Twitter sono passato anche a Instagram e a Facebook, che sono dei social network forse più adatti per la pubblicazione di immagini. Lì mi trovate come "Gol a mano libera" e un certo numero 16 come immagine del profilo».

A proposito, è chiarissimo che Daniele De Rossi sia il tuo idolo, che ha battuto Conti e Nela, ma nell'intervista al sito della Roma forse manca qualcuno…
«Se ti riferisci al Capitano, beh la verità è che Francesco Totti per me non può essere paragonato o messo in competizione con nessun altro giocatore della storia della Roma. Sarebbe fare un torto a lui e agli altri. Per me lui è al di sopra di tutto. Lui è l'essenza della Roma. Lui è l'aggettivo "magica" nella frase "Forza Magica Roma"».

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
«Fortunatamente sono stato contattato da diverse persone interessate al mio lavoro… Per ora non si è concretizzato ancora nulla, ma spero che presto i miei disegni possano uscire anche al di fuori dei social. Ma sai una cosa, l'aver ripreso a disegnare i gol di Giannini, Batistuta, Voeller e molti altri mi spinge a rivedere molti gol del nostro passato. E già questo per me è motivo di gioia. E allora quello che spero per il futuro è poter disegnare un numero sempre più grande di gol della mia amata Roma».

Ultima domanda: qual è il gol per il quale hai esultato di più?
«Facile, quello di Rudi Voeller al Broendby nella semifinale di Coppa Uefa del 1991. Avrebbe dovuto essere un'eliminatoria facile da superare. Ed invece dopo lo 0-0 dell'andata fuori casa, all'Olimpico a 3 minuti dal 90' eravamo sull'1-1. In finale ci sarebbero andati i danesi. Ma ci pensò Rudi Voeller. Ricordo che mia madre si spaventò al vedermi esultare così forte, e anche il mio migliore amico, tifoso granata, che vedeva la partita con me, saltò sul divano come se avesse segnato il suo Torino. Anni dopo, un amico milanista, che aveva avuto la fortuna di essere allo stadio quella sera, confessò: "Non ho mai sentito un boato così grande dopo un gol". Un ricordo meraviglioso».

Ci disegneresti quel gol?
«Con estremo piacere!».

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