Tottenham Hotspur Stadium, una Tor di Valle che ce l'ha (quasi) fatta
Gli Spurs hanno quasi ultimato il nuovo impianto, ma ulteriori problemi ne ritardano l’inaugurazione. Con 62.062 posti è lo stadio di club più grande di Londra
Nelle vie attorno al nuovo stadio del Tottenham ci sono più operai che passanti. Lo scintillante complesso nuovo di zecca è grigio e riflette il cielo dello stesso colore in una giornata in cui Londra non fa nulla per contraddire i luoghi comuni sul proprio clima. Centinaia di pettorine gialle si affannano qua e là mischiandosi alla folla multietnica del quartiere di Tottenham, una zona di Londra generalmente riconosciuta come "difficile" e a cui il progetto del nuovo stadio degli Spurs dovrebbe, almeno nelle intenzioni del governo della città e del club, riconferire nuova vita.
Operai al lavoro sotto a una gigantografia di Harry Kane
Il Tottenham Hotspur Stadium, così è chiamato in attesa di una pioggia di sterline provenienti da uno sponsor, è pronto. Anzi, quasi pronto. Perché, oltre a piccole cose da ultimare qua e là, motivo del via-vai interno ed esterno all'impianto, un problema molto importante ha fatto sì che il North London Derby del 2 marzo, annunciato come prima partita nel nuovo stadio, si dovrà giocare invece a Wembley, dove il club disputa le sue partite dalla scorsa stagione, dopo che l'ultracentenario White Hart Lane è stato demolito nel 2017. «I lavori ai sistemi di sicurezza sono quasi completati, poi svolgeremo la fase finale di test dell'impianto anti-incendio e del sistema di allarme e della loro integrazione con gli altri sistemi di sicurezza», ha spiegato il club nel comunicato in cui ha annunciato lo spostamento della partita con l'Arsenal. Non una cosa da poco, dunque, considerando che senza i sistemi di sicurezza funzionanti non si può nemmeno lontanamente pensare di programmare un evento sportivo lì dentro.
Tutto il mondo è Tor di Valle?
Perciò, tutto il mondo è Tor di Valle? No, assolutamente no. Perché nonostante le polemiche, i ritardi e i cambi di rotta, alla fine il Tottenham lo stadio l'ha fatto. E i tifosi possono andare lì, dove sorgeva White Hart Lane, e toccare il futuro con le proprie mani. Sì, toccarlo, perché il nuovo stadio è, come gran parte degli impianti inglesi, incastonato nel tessuto urbano più vivo: fa da panorama a una miriade di casette a schiera mentre, sulla via principale, è l'immediato dirimpettaio di una fila di negozi di specialità mediorentali. Niente zone chiuse al pubblico, niente barriere, cancelli, aree militarizzate. Chi vuole si beve una birra al pub e poi attraversa la strada ed entra. Tuttavia, nonostante lo stadio sia pressoché terminato, il Tottenham probabilmente non lo utilizzerà fino all'inizio della prossima stagione, continuando a giocare nello stadio nazionale, che si trova sempre nella zona nord di Londra, ma più spostato ad ovest.
L'area dove sorgerà il museo all'interno dello store, già attivo
Il più grande per un club in città
La nuova casa degli Spurs già detiene un record cittadino: è il più grande stadio di proprietà di un club a Londra. In generale, con i suoi 62.062 posti, è secondo solo all'Olympic Stadium, dove ora gioca il West Ham (66.000 posti), e soprattutto a Wembley, che conta 90.000 sedute. Al suo interno presenta un campo da calcio retrattile, che si scompone e scopre sotto il tappeto da gioco un campo sintetico per poter ospitare partite di football americano: non a caso il club ha soffiato a Wembley la partnership con la Nfl, il cui logo campeggia assieme a quello del Tottenham nello store già attivo all'esterno.
"Osare è fare", il motto del Tottenham
La costruzione del Tottenham Hotspur Stadium è al centro del Northumberland Development Project, un progetto di rigenerazione di 20 anni pianificato per riqualificare tutta la zona di Tottenham. Concepito la prima volta nel 2007, è stato annunciato l'anno seguente, ma il progetto originale è cambiato numerose volte tanto che la vera e propria cantierizzazione non è iniziata prima del 2015. Il costo dell'opera si aggira sui 350-400 milioni di sterline solo per lo stadio, con oltre 850 milioni investiti sull'intera zona interessata. Nel 2008 il club annunciò che si avrebbe lasciato White Hart Lane nel 2012-13, per tornare nel nuovo stadio la stagione seguente, con i lavori non ancora ultimati. Ma in realtà fino a gennaio 2012, ovvero quando il Tottenham perse la possibilità di usare l'Olympic Stadium, assegnato al West Ham, il club non aveva manifestato un impegno concreto per costruire il nuovo impianto sulle ceneri dello storico stadio edificato per la prima volta nel 1899. Nel 2009 il primo progetto di uno stadio da 56.000 posti fu duramente criticato dalle associazioni per la tutela del territorio e bloccato dalle istituzioni. Un nuovo piano fu dunque approvato nel 2010, con il benestare dell'allora sindaco Boris Johnson, per poi cambiare ulteriormente nel 2012.
Un rendering dello stadio in notturna
I "riots" di Tottenham
Ma nell'agosto 2011 accadde un fatto che, nelle parole dell'allora direttore esecutivo del club, Donna-Maria Cullen, fu decisivo per la spinta finale verso la costruzione. L'estate londinese fu turbata dai riots, le rivolte popolari dei quartieri più disagiati di Londra, stremati dalla crisi, che ebbero proprio a Tottenham l'epicentro. Tempo un mese e l'Haringey Council, ovvero l'istituzione locale che governa l'area di Tottenham, diede il via libera definitivo al piano pressoché definitivo per la costruzione dello stadio e la riqualificazione dell'area. Ma non solo: in quell'occasione il Comune, preso dalla fretta di voler stanziare una pioggia di fondi pubblici e privati sul territorio infiammato dai riots, sollevò il club da tutti gli oneri concessori normalmente richiesti per progetti di tale portata. Nel gennaio 2012, con un comunicato a doppia firma, il Tottenham e l'Haringey Council annunciarono che il club sarebbe rimasto a Tottenham allo scopo di contribuire al progetto di rigenerazione urbana dalla durata ventennale.
N17, la zona di Londra degli Spurs
La costruzione
Lo stadio è stato costruito in due fasi. Nella prima il vecchio White Hart Lane era ancora in piedi, durante la stagione 2016-17, e vide l'edificazione della parte nord dell'impianto con le due tribune laterali. La seconda fase ha invece previsto l'edificazione della South Stand, dopo la demolizione dello storico impianto, iniziata il giorno dopo l'ultima partita giocata lì.
Una fase di costruzione dello stadio, prima dell'abbattimento di White Hart Lane
Il nuovo stadio è ricoperto da moduli di vetro, alluminio e metallo ed ha una forma ovale, che non si colloca nella tradizione degli impianti all'inglese. La South Stand, cioè la parte più calda del tifo degli Spurs, è la più grande tribuna ad anello singolo di Inghilterra, con 17.500 posti. Tutto lo stadio è stato inoltre immaginato dal punto di vista acustico per far rimbombare maggiormente i cori dei tifosi. Sono inoltre presenti 7.500 posti removibili che possono dar vita a una Safe Standing Area, se e quando la legislazione inglese lo permetterà. I tifosi, di cui i più fortunati siederanno a soli 5 metri dalla linea di porta, potranno anche bere l'unica birra prodotta e venduta dentro uno stadio di calcio, fornita dal microbirrificio previsto all'interno. Perché in Inghilterra il calcio è sempre innovazione e tradizione.
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