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Laporta: "Con Messi non potevamo fare altrimenti, abbiamo debiti importanti"

Il presidente del Barcellona: "Avevamo trovato l'accordo, ma non siamo riusciti a formalizzarlo per le norme della Liga. L'operazione avrebbe distrutto il club"

PUBBLICATO DA La Redazione
06 Agosto 2021 - 14:03

"Sono qui per spiegare i motivi per cui si è arrivati alla situazione di Messi. L'esito non è stato positivo, perché noi non abbiamo un margine per i salari che rispettino i limiti della Liga, non abbiamo margini di trattativa. I numeri dicono questo: le perdite sono superiori a quanto previsto. I debiti del club sono importanti e allora abbiamo dovuto analizzare i contratti in essere e dunque tutto questo ci mette in difficoltà per i margini salariali. Le norme ci hanno messo in difficoltà e per questo non abbiamo potuto depositare i contratti che abbiamo discusso con Messi. Risulta che il Barcellona avrebbe dovuto sostenere un'operazione che per il club sarebbe stata diversa da quella che avevamo pianificato. Quando abbiamo dovuto prendere la decisione le cose sono cambiate e non abbiamo potuto fare altrimenti. Non potevo prendere una decisione che avrebbe distrutto il club". Così, in conferenza stampa, il presidente del Barcellona, Joan Laporta, a proposito del divorzio con Leo Messi.

"Innanzitutto voglio dire che abbiamo ricevuto una brutta eredità: la precedente gestione ha superato il limite e non abbiamo avuto il tempo di ribaltare questa situazione i motivi per cui si è arrivati a questo punto dipendono dalla situazione economica del club e dal peso economico del calciatore. Il monte ingaggi, con il rinnovo di Messi, avrebbe rappresentato il 110% delle entrate del club, senza rinnovo è invece intorno al 95%. Sapevamo che le norme del fair play finanziario della Liga ci avrebbero messo in difficoltà. Il club avrebbe dovuto sostenere un'operazione diversa, e troppo esosa, rispetto a quanto programmato. Siamo un club con 120 anni di storia - ha proseguito Laporta -, abbiamo avuto grandi calciatori, fra i quali il più grande di sempre, al quale saremo sempre grati ma la società viene sempre prima di tutto. Eravamo disposti a sostenere certe spese, ma sappiamo ora che non abbiamo margini salariali. Abbiamo preso l'unica strada possibile. Le perdite che avevamo previsto erano circa 200 milioni, ma saranno 487. E dovremo lavorare sulle sponsorizzazioni, ci sarà un impatto importante".

"Il Barcellona doveva essere a favore di un contratto che era una ipoteca del club di mezzo secolo per i diritti televisivi. Io non sono disposto a ipotecare i diritti di un club per nessuno. Abbiamo una istituzione che è al di sopra di tutti, anche del miglior giocatore del mondo. Gli saremo sempre grati. Leo voleva restare al Barça e noi volevamo che Messi restasse con noi. Auguro il meglio a lui e alla sua famiglia. Il Barça è la sua casa. Abbiamo portato avanti le trattative per mesi. Arrivati alle fasi finali delle negoziazioni abbiamo analizzato i numeri e abbiamo capito che le norme della Liga spagnola bloccano tutto. Non è una scusa, è l'amara realtà. Abbiamo provato a gestire una situazione che poi non siamo riusciti a risolvere. Leo lascia un'ottima eredità. È stato il giocatore di maggior successo nella storia del club, ha lasciato un segno splendido nella storia del Barça. Il migliore finora. Spero che possiamo superare questa cosa e ora inizia una nuova era. C'è un prima e un dopo Leo. Leo Messi è stato un riferimento. Quella che abbiamo nei suoi confronti è un'eterna gratitudine", ha aggiunto il numero uno del club catalano", ha detto Laporta.

Il presidente del Barcellona non si sente in colpa: "Abbiamo fatto di tutto perché Messi continuasse al Barça, in questa situazione finanziaria. Il padre Jorge ha avuto un atteggiamento magnifico in tutte le trattative e non ci ha chiesto nulla che non rientrasse nella logica. Non ci sono state richieste impossibili. Abbiamo concordato tutto con l'accordo di entrambe le parti ma ciò che non siamo stati in grado di fare è stato materializzare questo contratto che avevamo concordato. Si stava procedendo adeguatamente perché sembrava che La Liga stesse per espandere il "fair play" e avevamo raggiunto un accordo con il giocatore. Stavamo aspettando. Ma c'è stato un momento in cui dovevamo prendere una decisione e l'abbiamo fatto". Messi potrebbe ancora firmare coi blaugrana, ma Laporta frena: "Non voglio creare false speranze. Le trattative si sono interrotte e lui ha altre proposte. Abbiamo valutato tutto, Leo è sempre stato presente. Noi abbiamo dei tempi per preparare la stagione e per completare la rosa. Anche Messi adesso deve vedere cosa fare e probabilmente avrà delle offerte per il suo imminente futuro".

"La prima cosa che abbiamo concordato è stata che avrebbe firmato due anni per essere pagato in cinque anni. Abbiamo pensato che corrispondesse ai criteri della Liga, in altri paesi funziona, ma qui non è stato accettato Anche la Liga ha avuto le sue pressioni perché c'erano club che volevano che le regole fossero rispettate. Poi siamo passati a un contratto di cinque anni, che ha accettato anche Leo, ma non è stato possibile. Dopo un'attenta analisi tecnica abbiamo capito che non era possibile andare avanti", ha puntualizzato il presidente del Barcellona.

Infine, ha parlato della situazione del club: "Per darvi un'idea, il limite di stipendio che potremmo affrontare è con la regola del 4 a 1. Per aggiungere 25 milioni di stipendi dovremmo rilasciarne 100. Sono molti giocatori. La direzione sportiva sta lavorando per ridurre gli stipendi e ci sono alcuni giocatori con cui abbiamo trovato un accordo, ma con altri non è così facile. Siamo in un terreno molto paludoso, che comporta molti rischi per la società e richiede tempo. Contando quanto pianificato con Leo, eravamo al 110% degli stipendi rispetto alle entrate del club. È una conseguenza degli investimenti eccessivi che sono stati fatti. Perché Aguero, Depay o Emerson vanno bene? Sono venuti al Barça accettando condizioni da apprezzare. L'ingresso di questi giocatori non è paragonabile al rinnovo di Leo Messi".

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