Cronaca

De Vito, l'inchiesta: il Tribunale del Riesame prende tempo

Atti: sembra aggravarsi con il passare dei giorni la posizione dell'ex Movimento 5 Stelle. Montuori: "Era 'eccitato' per lo Stadio"

PUBBLICATO DA Andrea De Angelis
04 Aprile 2019 - 09:16

Il Tribunale del Riesame di Roma ha deciso di rinviare ogni determinazione riguardo la richiesta di scarcerazione di Marcello De Vito, ex Presidente dell'Assemblea di Roma Capitale, e di Camillo Mezzacapo, l'avvocato suo sodale, alla prossima settimana. Istanze depositate nei giorni scorsi anche dall'architetto Fortunato Pititto e l'imprenditore Gianluca Bardelli.

Al momento appare improbabile un'attenuazione delle misure cautelari, soprattutto per De Vito, la cui posizione sembra aggravarsi con il passare dei giorni. Anche e soprattutto per i particolari che stanno emergendo in questi giorni dalle carte depositate dalla procura di Roma per motivare l'arresto, e che vedono l'esponente espulso dal Movimento 5 Stelle protagonista di pressioni indebite per favorire alcune opere. Come testimoniato dall'Assessore Luca Montuori circa l'area degli ex Mercati Generali, l'affare più "corposo" su cui si muoveva De Vito.

Di pressing riporta invece la consigliera Alessandra Agnello, in riferimento allo Stadio Della Roma. «Notai che De Vito era particolarmente eccitato e sollecitava tutti ad andare avanti», ha detto l'esponente grillina ai pm. Pressing che però non sarebbe sufficiente a inficiare un processo, quello di approvazione della delibera di pubblico interesse, su cui pesò non l'operato di De Vito, ma quello ben più consistente, pubblico, e politicamente (e giuridicamente) lecito della sindaca. Sull'avvocato Mezzacapo invece è emerso come l'ex presidente di Acea, Luca Lazalone e il consigliere M5S Paolo Ferrara (entrambi coinvolti nell'inchiesta Rinascimento) lo volessero addirittura amministratore delegato di Acea.

A proposito di indiscrezioni da Piazzale Clodio, ieri si è molto parlato di un presunto contenzioso tra Luca Parnasi e l'ex assessore Paolo Berdini, che sarebbe alla base dell'avversione di quest'ultimo al progetto di Tor di Valle. Almeno di questo sarebbe convinto proprio Parnasi, che ai pm ha spiegato come nel 2005 Parsitalia (la società di famiglia poi fallita) avesse conferito l'incarico di progettare una convenzione edilizia in via Laurentina proprio al professor Berdini. Un incarico per il quale il professore avrebbe dovuto ricevere 78 mila euro, ma che fu saldato nel 2008 solo al 50 per cento, per il mancato conseguimento degli obiettivi (alla Regione cambiarono di vertici e del progetto non se ne fece più nulla).

Luca Parnasi, con tanto di fatture a prova delle proprie affermazioni, ricondurrebbe quindi a quel mancato pagamento l'astio di Berdini nei confronti della sua famiglia e di riflesso del progetto per Tor di Valle. Probabilmente solo una sua congettura. Quello che invece appare più evidente e non contestabile è come tra i due vi fosse evidentemente una conoscenza e un rapporto pregresso. Conoscenza e rapporto che sarebbero sufficienti a mettere in dubbio l'imparzialità dell'ex assessore.

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