A Monterotondo il quadrangolare "Nessuno è in Fuorigioco": calcio, solidarietà e inclusione
Quattro le squadre partecipanti al torneo, in una giornata che è riuscita a superare le barriere linguistiche e culturali, offrendo spunti per l'integrazione
SI è svolto questa mattina, presso il campo San Pio X di Monterotondo, il torneo calcistico "Nessuno è in Fuorigioco", torneo quadrangolare organizzato dalla cooperativa CivicoZero, un centro diurno per minori stranieri non accompagnati con sede nel quartiere San Lorenzo, a Roma. Una giornata di calcio, solidarietà ed inclusione, che ha visto il patrocinio del Comune di Monterotondo, e che ha avuto come scopo quello di parlare di integrazione tramite uno degli strumenti più forti: lo sport. Era presente all'evento anche la Dott.ssa Antonella Pancaldi, Assessore a Politiche sociali, Beni comuni, Partecipazione, Casa del comune di Monterotondo.
Quattro le squadre partecipanti al torneo: i ragazzi di CivicoZero, i ragazzi del centro di aggregazione sociale "Il Cantiere" (vincitori del quadrangolare), l'ASD San Michele Calcio e l'ASD Birilli. Tutte realtà molto diverse tra di loro, ma che oggi, grazie al calcio, hanno avuto modo di unirsi, in una giornata che è riuscita a superare le barriere linguistiche e culturali e nella quale l'inclusione e lo sport sono stati i veri vincitori.
Ai nostri microfoni ha parlato la presidente di CivicoZero, Ilaria Olivieri. Queste le sue parole:
Com'è nata questa iniziativa?
"In questo momento così delicato, in cui si cerca di dividere, l'idea, l'obiettivo, la volontà forte è, invece, quello di unire, abbattere questi muri che sembra vengano costruiti tutti i giorni. Invece, spesso la realtà è migliore di come viene rappresentata. Su questo ci siamo trovati d'accordo. Il periodo non è il più fortunato per il tempo, però abbiamo deciso di organizzare un torneo di calcio perché il calcio abbatte un po' tutte le barriere, a partire dalla barriera linguistica. Si crea un'occasione per mettere in relazione degli adolescenti e creare appunto una giornata di inclusione che poi si spera sia l'inizio di altri eventi".
I ragazzi che frequentano CivicoZero hanno abitualmente la possibilità di giocare a calcio? Se sì, come? Ci sono collaborazioni con scuole di calcio?
"Sì sì, una volta a settimana più o meno. No, abbiamo un campetto nel quartiere e di solito una volta a settimana a seconda del periodo dell'anno. nell'ultimo mese abbiamo fatto altre giornate di avvicinamento allo sport perché insomma lo sport è un po' per antonomasia un facilitatore sociale, perché poi si rispettano le regole, si condividono delle regole e ci si mette in relazione in un modo comunque conviviale".
Qualche ragazzo aspira a diventare calciatore?
"Sì, guarda in passato due ragazzi, un ragazzo senegalese e uno cambiano, che sono passati da CivicoZero, uno ha giocato nella Roma per un po' e l'altro è giù in Puglia, mi sembra nel Foggia. è uno dei loro desideri perché in fondo dobbiamo considerare che sono adolescenti, che sono ragazzi, che il calcio è probabilmente lo sport più famoso del mondo, e quindi anche loro sognano un giorno, tra i vari sogni che hanno, di diventare calciatore. E c'è qualcuno che obiettivamente è portato".
Cosa c'è ora? Cosa fa CivicoZero quotidianamente per questi ragazzi?
"CivicoZero si occupa dal 2009, nel 2011 diventa una cooperativa, di minori stranieri non accompagnati: proteggerli, accoglierli e includerli. Siamo una cooperativa, a San Lorenzo, e lavoriamo tutti i giorni per creare reali opportunità di inclusione. Partiamo da un intervento che è di protezione. Le attività si svolgono all'interno del centro diurno omonimo che gestiamo e fuori, come unità di strada. Perché l'idea comunque è quella di andare a cercare quei ragazzi che sono anche esclusi o che sono fuori dal sistema formale di protezione. A CivicoZero possiamo portare avanti tutta una serie di interventi ad hoc per i ragazzi. il numero dei ragazzi è molto diminuito a partire da luglio dell'anno scorso, però questo ci permette di fare un lavoro di qualità nei percorsi individuali dei ragazzi, cercare di rispondere a quelli che sono i bisogni espliciti ma anche quelli impliciti e cercare di costruire insieme a loro dei percorsi di empowerment volti all'autonomia. Tra i servizi ci sono i servizi di base, il supporto legale, la consulenza psicologica ma anche la scuola di italiano e lo sportello lavoro".
© RIPRODUZIONE RISERVATA