"The son": l'amore tra colpe e rimpianti
Nelle sale italiane arriva l'atteso film del regista premio Oscar Zeller
Oggi i giovani stanno male e non sanno il perché. Le cause del loro malessere sono sconosciute a molti. Probabilmente la loro origine è da ricercare nella pressione esercitata dall’opprimente mondo contemporaneo e dall’incessante avanzamento tecnologico, che rendono precario un presente sempre più immerso nel futuro. Di conseguenza, la pressione di dover affrontare ogni giorno una sfida, di essere sempre messi alla prova, anche nella più leggera delle situazioni, e di dover sempre dimostrare qualcosa a qualcuno, sono tutti elementi che non giovano alla salute delle nuove generazioni.
Nicholas, il protagonista di The Son, dice al padre: "Sono incapace di affrontare la vita, papà" e questa frase basta per comprendere che c’è qualcosa che non va nel mondo di oggi. Nicholas sta male. Non è un ragazzo disturbato, ma è depresso e si dispera. Piange e chiede aiuto alla famiglia. Vive prima con la madre (Laura Dern), della quale è stufo, per poi trasferirsi dal padre (Hugh Jackman), che, dopo la separazione dalla madre di Nicholas, si è rifatto una vita con un’altra donna (Vanessa Kirby), dalla quale ha avuto anche un figlio. Quando Nicholas smette di andare a scuola, la famiglia si riunisce per cercare di aiutarlo in questa sua fase difficile. Ed è qui che Zeller, che è anche sceneggiatore del film, fa un grande lavoro introspettivo. Entrambi i genitori si chiedono dove abbiano sbagliato: se la separazione abbia avuto ripercussioni negative sulla vita del figlio, se il troppo lavoro del padre non gli abbia permesso di essere presente nella crescita del ragazzo… Ma nulla di questo serve a risollevare l’animo del giovane Nicholas. È un film delicato, da vedere tutto d’un fiato.
Certo, a livello registico non sarà perfetto, anche se qualche buona trovata la tira fuori, ma la caratterizzazione dei personaggi e dei loro bisogni è potentissima. Grazie alla sceneggiatura, Zeller prende il massimo dai suoi personaggi. Ogni attore è calato perfettamente nel proprio ruolo ed è ricco di contrasti: uno su tutti, la presenza fisica di Jackman e la sua enorme e costante fragilità. E così The Son, secondo capitolo della trilogia sulla famiglia, iniziata con il film premio Oscar The Father, è un grande pugno al cuore che te lo distrugge e difficilmente riesce a ricomporlo. The Son racconta con grande lucidità le difficoltà di vivere nel mondo contemporaneo e dimostra come questo mondo sia sempre di maggiore difficile comprensione sia per i ragazzi ma, e soprattutto, per gli adulti, presuntuosamente convinti di comprendere il presente, malgrado siano perennemente rivolti, con il proprio sguardo, verso il loro passato. Come se il tempo passasse invano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA